Il buio. Antonio Moresco in prima assoluta alle Moline

Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale produce Il buio, l’ultimo progetto dello scrittore e drammaturgo mantovano Antonio Moresco, una delle voci più estreme e visionarie della letteratura italiana contemporanea: in prima assoluta al Teatro delle Moline di Bologna dal 5 al 17 marzo, lo spettacolo, di cui l’autore firma il testo e, per la prima volta, anche la regia, racconta la vita di Santa Rita da Cascia, la religiosa umbra venerata in tutto il Paese, da un punto di vista non agiografico. 

Una fiabesca e lancinante vicenda, narrata dalla protagonista, l’attrice Alessandra Dell’Atti (che di Moresco ha già interpretato a teatro due testi, Magnificat e Canto degli alberi), attraverso quadri immersi nell’oscurità. Il buio qui non corrisponde al vuoto, non è l’assenza di qualcosa, ma è un “pieno” di visioni, immagini, incubi che provengono dall’inconscio. Il buio, indispensabile fondale delle ombre di cui è artefice l’artista Rita Deiola, diviene creatore di figure e oggetti, evoca le anime, le voci, scolpisce i corpi, in una dolorosa dimensione di combattimento con la luce. 

Il buio e La luce appaiono indicati all’inizio dell’opera come i due Personaggi principali, insieme agli altri principali: Rita, La voce (interpretata dallo stesso Moresco) e Le ombre

Del gruppo di lavoro, “una piccola banda elettiva”, come lo definisce Moresco, fanno parte anche Stefano Mazzanti per il disegno luci, Guido Affini per il progetto sonoro (che hanno collaborato anche in Magnificat) e l’aiuto regista Cristina Accardi.

 

L’autore immagina il ritorno della Santa nel nostro tempo, in dialogo con la propria voce: Rita gli rivela di aver ucciso (dopo aver invano pregato Dio che li facesse morire) i suoi figli, perché non compiessero il peccato di vendicare l’assassinio del padre. Dal suo cupo e impressionante racconto emerge la figura ambigua di una santa e assassina, parvenza eterea e presenza carnale: nella concezione del sacro che qui affiora, come in molte opere di Antonio Moresco, il male è intrinseco persino alla santità, è inestirpabile in tutta la sua violenza. L’unico modo per fronteggiarlo è riconoscerlo come proprio, attraversandolo con la visionarietà della scrittura. 

 

«Più di vent’anni fa avevo scritto un altro testo teatrale incentrato sul tema della sacra follia intitolato La santa» annota l’autore «che, per un qualche allineamento astrale, aveva vinto un importante premio e debuttato al Teatro Argentina di Roma. Perché si vede che questo tema della santità, del sacro e della sua scissione schizofrenica, coinvolgeva e coinvolge profondamente anche me come scrittore e artista, dato che continuo a tornarci sopra». 

 

Per la sua prima regia Moresco ha pensato di ridurre tutto all’osso, di lavorare con elementi primordiali come la luce, il buio, le ombre, il silenzio, le voci.

Per questo rivolge agli spettatori la richiesta di andare in teatro con abiti scuri, affinché, come spiega lui stesso, «con il loro chiarore e bagliore non rompano la massa del buio e quindi anche della luce, della luce che c’è dentro il buio e del buio che c’è dentro la luce». E prosegue: «così ho anche chiesto agli spettatori di sprofondare non solo nel buio ma anche nel silenzio che, come il buio, avvolge questo spettacolo. Di stare con me e con noi dentro il silenzio e il buio, per poter sentire le voci, per poter vedere la luce. Di stare tutti quanti, insieme, nel silenzio e nel buio, dove eravamo prima di nascere, prima ancora di essere concepiti. Il mondo è un’apparizione, il teatro è un’apparizione dentro un’apparizione». 

 

Nella collana Linea, pubblicata da ERT / Teatro Nazionale e Luca Sossella editore, uscirà Sacra follia, che comprende i testi Il buio e Passione e morte di un burattino. La collana Linea è curata da Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono.

Mercoledì 6 marzo al termine dello spettacolo sarà presentato il libro: un dialogo tra l’autore e Jonny Costantino, cineasta e scrittore, moderato da Stefano Colangelo, docente del Corso di Prosa e generi narrativi del ‘900 presso l’Università di Bologna.

 

Antonio Moresco, scrittore e drammaturgo, è nato a Mantova nel 1947. Ha pubblicato più di trenta libri, tradotti in molte lingue, e si è affermato come autore di assoluta singolarità nel panorama nazionale e internazionale. Dopo quindici anni di rifiuti editoriali ha esordito 45enne con un testo scritto a trent’anni, Clandestinità. Tra i suoi altri libri: Giochi dell’eternità, opera scritta nell’arco di 35 anni e in tre grandi parti (Gli esordi, Canti del caos, Gli increati), La lucina, Lettere a nessuno, Fiaba d’amore, Gli incendiati, L’adorazione e la lotta, Il grido, Canto di D’Arco, Canto degli alberi.

Ha debuttato come drammaturgo nel 2001, al Teatro Argentina di Roma, con un dramma intitolato La santa, interpretato da Federica Fracassi per la regia di Renzo Martinelli, che hanno prodotto anche tre diverse versioni teatrali di Canti del caos. Altre sue opere sono state messe in scena, tra gli altri, da Werner Waas e Maurizio Lupinelli.

 

Informazioni:

Teatro Arena del Sole, Via Indipendenza 44 – Bologna 

tel. 051 2910910 | biglietteria@arenadelsole.it

Biglietteria aperta (nei giorni feriali): dal martedì al sabato ore 11.00–14.00 e dalle 16.30 alle 19.00 presso il Teatro Arena del Sole; biglietti disponibili anche presso il Teatro delle Moline da 30 minuti prima l’inizio dello spettacolo. 

Biglietti: da 7 a 15 euro esclusa prevendita. 

Vendita online: bologna.emiliaromagnateatro.com | www.vivaticket.it