La musica che gira intorno. Esperienze di ascolto, storie di musicisti e mondi musicali

Le celebrazioni per il ventesimo anniversario del Museo internazionale e biblioteca della musica del Settore Musei Civici Bologna, inaugurato l’11 maggio 2004 a Palazzo Sanguinetti, proseguono incrociando la seconda edizione della rassegna La musica che gira intorno, ideata per proporre al pubblico appuntamenti con i migliori musicteller attualmente in circolazione, in programma dal 10 aprile al 9 giugno 2024.

Ma chi è un narratore musicale e che cosa fa di diverso da un “normale” conferenziere?
Per una classica lezione musicale bastano un microfono, uno schermo, due casse e la conoscenza di un tema musicale. Ma per trascorrere un’ora e mezza ascoltando e parlando di musica in maniera coinvolgente e appassionante, bisogna essere in grado di accompagnare il pubblico in una dimensione diversa, dove competenza, divulgazione e selezione degli ascolti si fondono nella condivisione di un racconto e di un punto di vista particolare, “alto” e “altro” ma accessibile a tutti (anche a chi non ha un solido background musicale).

Il viaggio intorno alle musiche inizia mercoledì 10 aprile con 
Invisible Lady, il primo appuntamento con la (contro)storia del jazz raccontata da Stefano Zenni per scoprire come, in una musica solitamente declinata tutta al maschile, le donne non siano state solo cantanti e non furono niente affatto marginali: dai tempi di New Orleans all’era dello Swing, dal bebop al free jazz, spiccano straordinarie soliste, compositrici, arrangiatrici che hanno plasmato la musica afroamericana e raccontano una storia finalmente più completa, ricca e avvincente.

Si prosegue venerdì 12 aprile
 con l’incontro How Soul came to Memphis con Enrico Farnedi per un’immersione nella saga della leggendaria Stax Records, piccola etichetta di provincia nata sotto la bandiera del country, che grazie al suono ruvido, ad arrangiamenti lineari e potenti, alle voci blues e a una sezione ritmica impressionante finì per conquistare il mondo con le canzoni prodotte da un affiatato gruppo di musicisti afroamericani e bianchi.

Il giorno successivo, sabato 13 aprile, prende il via il nuovo ciclo di 
Legature, realizzato in partnership con la Sala della Musica, che si propone di raccontare le diverse sfumature della storia musicale in città. Filo conduttore dei cinque appuntamenti condotti da Riccardo Negrelli, co-curatore della Sala della Musica, è la storia della comunicazione senza fili, con il racconto del “mondo nuovo” di inizio ‘900, in cui le invenzioni di Guglielmo Marconi (di cui si celebrano i 150 anni dalla nascita) rappresentarono una visione audace del futuro e una promessa di connessione e comunicazione globale.
La Sala della Musica, inaugurata nel 2021, è il primo percorso espositivo permanente in Italia dedicato alla storia della popular music di una città. Allestita negli spazi al secondo piano della Biblioteca Salaborsa, intitolati al grande poeta e paroliere Roberto Roversi, si affianca alle altre istituzioni musicali della città, completando il racconto della storia della musica a Bologna e suggerendo al visitatore un viaggio esperienziale che prevede diversi livelli di approfondimento.

A seguire, venerdì 19 aprile, 
Pio Rossi esplora il Deep Blues: il percorso storico, sociale e musicale della chitarra blues dalla fine del 1800 fino agli anni Sessanta. Attraverso i testi e gli ascolti guidati, a partire dal 1923 (anno della prima incisione di un blues suonato con chitarra) si può seguire l’evolversi degli stili dei maestri e delle tecniche dei guitar heroes (celebrati o dimenticati) del genere, nonché dei diversi modelli di strumenti da loro impiegati.

Il secondo appuntamento con l’eclettico 
Enrico FarnediLa vita l’è bela e altre storie venerdì 3 maggio, è invece dedicato alla rivoluzionaria comicità di Cochi e Renato che deflagrò nella televisione degli anni Settanta soprattutto grazie a una serie formidabile di canzoni. Da E la vita la vita alla Canzone intelligente, la storia di come comicità milanese e teatro-canzone confluirono nei tre dischi di cui Enzo Jannacci fu produttore per caso, arrangiatore imprevedibile e compositore principale.

Mercoledì 15 maggio, il secondo incontro con 
Stefano Zenni, dal titolo Shadows, è incentrato sul controverso tema del passing razziale nel jazz, nella letteratura e nel cinema. Dal minstrel show a Philip Roth, il fenomeno dello slittamento tra varie identità “razziali“, anche e soprattutto nella musica e nello spettacolo, è stato una prassi nella cultura statunitense.

Venerdì 17 maggio, 
Francesco Locane conduce il Classical Mistery Tour alla scoperta delle connessioni tra le canzoni dei Beatles e le musiche di “giganti” come Bach, Beethoven e Mozart, analizzando come alcune caratteristiche stilistiche (e addirittura brani precisi) abbiano ispirato e arricchito le composizioni dei Fab Four.

Sabato 18 maggio è la volta di 
Il cielo bruciava di stelle con la magica stagione dei cantautori italiani tra il 1979 e il 1981: poco più di due anni che però furono un’età dell’oro per la musica italiana. Uno dei più grandi musicteller italiani, il giornalista e critico musicale Gino Castaldo, racconta le storie di vita e di musica di nove tra i più talentuosi autori della canzone (da Fabrizio De André a Lucio Dalla, da Lucio Battisti a Francesco De Gregori, da Francesco Guccini a Franco Battiato e ancora Pino Daniele, Vasco Rossi e Rino Gaetano) e di come queste si intrecciarono agli eventi più significativi della storia del nostro paese, lacerati tra la fine degli anni di piombo e gli inizi dei ruggenti anni Ottanta.

Con la narrazione 
Leggera contemporanea di Extratempora Duo, composto da Monica Paolini alla chitarra e Barbara Vignudelli alla voce, si passa ad un’esperienza musicale dal vivo unica e “senza rete” tra le pieghe della musica contemporanea: una guida all’ascolto della musica di ricerca di ieri e di oggi per riuscire insieme a trovare la bellezza in ciò che può suonare strano e difficile.

Sabato 25 maggio il primo dei due focus dedicati ai nuovi sguardi su folklore e musica popolare: in
 Trummette e Pipite Christian Ferlaino introduce al mondo degli oggetti sonori della tradizione calabrese, di come da secoli ricoprono un ruolo fondamentale nella società, nei riti religiosi e laici ma anche nello svago o nel gioco, e del ruolo che possono ricoprire oggi nella creazione di una nuova musicalità.

Nell’ultimo incontro con 
Stefano Zenni, mercoledì 29 maggio si partirà da alcune domande su quando il jazz fa politica: il jazz è una musica di protesta? C’è un legame tra jazz e politica? E che forme ha assunto nel corso della storia? Le risposte saranno sorprendenti.

Venerdì 31 maggio l’etnomusicologo 
Nico Staiti indaga il complesso processo di ri-creazione degli strumenti musicali antichi, a partire dalla recente ricostruzione di due doppi clarinetti (denominati Buttafuoco e finora mai esposti) ad opera del costruttore messinese Rosario Altadonna, che ne sperimenta dal vivo le stupefacenti sonorità.

La rassegna termina domenica 9 giugno con la riscoperta della incredibile figura di 
Wandrè, nome d’arte di Antonio Pioli (Cavriago, 1926 – 2004), in occasione della mostra Wandrè la chitarra del futuroPartigiano, capomastro, artista eclettico e tanto altro, è stato senza dubbio il liutaio più rivoluzionario del secolo scorso, ma anche uno dei geni italici più misconosciuti (almeno in patria), mentre all’estero artisti, collezionisti e architetti si contendono i suoi strumenti, oggetto di culto e venerazione. Marco Ballestri, curatore del progetto espositivo, racconta come dalla avveniristica fabbrica a pianta circolare di Cavriago siano usciti alcuni dei modelli più innovativi e sperimentali nella storia della chitarra elettrica mondiale, vere e proprie opere d’arte Pop intrise di futurismo, surrealismo, metafisica e astrattismo.

La seconda edizione della rassegna 
La musica che gira intorno è realizzata con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Programma

Mercoledì 10 aprile ore 18.00
Invisible Lady. Le donne suonano il jazz
Narrazione musicale con Stefano Zenni
La storia del jazz è sempre stata tutta al maschile, con qualche eccezione femminile, meglio se cantante. La realtà è che le donne non sono state solo cantanti, e niente affatto marginali: dai tempi di New Orleans all’era dello Swing, dal bebop al free jazz, spiccano straordinarie soliste, compositrici, arrangiatrici che hanno plasmato la musica afroamericana e raccontano una storia finalmente più completa, ricca e avvincente.
Stefano Zenni, musicologo, direttore artistico e docente, è uno dei maggiori musicologi italiano, specializzato in jazz e musiche afroamericane.
È titolare della cattedra di Storia del jazz e delle musiche afroamericane al Conservatorio di Musica “Giovanni Battista Martini” di Bologna, dove insegna anche Analisi delle forme compositive e performative del jazz.
Direttore artistico del Torino Jazz Festival e di MetJazz a Prato, è autore di vari libri su Louis Armstrong, Herbie Hancock, Charles Mingus. Redige le voci jazz per il Dizionario Biografico degli Italiani (Treccani) e del Grove Dictionary of Jazz.
È stato candidato ai Grammy Awards come autore delle migliori note di copertina.
Collabora da oltre 20 anni con Rai Radio 3.

Venerdì 12 aprile ore 17.30
How Soul came to Memphis. La Stax Records: il suono che unì l’America
Narrazione musicale con Enrico Farnedi
Nel 1967, dopo la data londinese della tournée europea degli artisti Stax, il chitarrista Steve Cropper e altri membri della band trovano nel camerino dei fan d’eccezione: i Beatles al completo che si inchinano di fronte a loro in segno di ammirazione.
Una piccola etichetta di provincia, nata sotto la bandiera della country music, finisce per conquistare il mondo con le canzoni prodotte da un gruppo affiatato di musicisti afroamericani e bianchi. Un suono ruvido, arrangiamenti lineari e potenti, voci blues, ottoni scintillanti e una sezione ritmica impressionante sono gli ingredienti della ricetta del successo della creatura di Jim Stewart ed Estelle Axton.
Enrico Farnedi canta, suona la tromba, la cornetta, il flicorno, il trombone, l’ukulele, il basso elettrico e altri strumenti. Compositore, arrangiatore, produttore e autore di canzoni, ha al suo attivo tre album di brani originali e uno incentrato sulla musica di Lucio Dalla. Diplomato in tromba e in musica jazz con una tesi sui jazzisti bianchi nella New York degli anni Trenta, Farnedi ha collaborato con moltissimi artisti, fra cui Carla Bley, Steve Swallow, Steve Coleman, Fabrizio Bosso, Ray Gelato, Ben E. King, Lloyd Price, Big Jay McNeely, Vinicio Capossela, Cesare Cremonini, James Burton, Françoise Hardy, Sam Paglia. Con la swing band The Good Fellas, di cui fa parte dal 1997, ha partecipato a festival jazz in tutta Europa.

Sabato 13 aprile ore 15.00 – Sala della Musica 
(Biblioteca Salaborsa, II piano, Piazza del Nettuno 3)
Legature: Marconi e l’inizio del mondo nuovo. 1874: nasce Guglielmo Marconi
Narrazione musicale con Riccardo Negrelli
150 anni sono trascorsi dalla nascita di Guglielmo Marconi, in un mondo che è mutato come mai prima era avvenuto. Marconi è protagonista di questa evoluzione, di questa proiezione nel futuro, che oggi è realtà, ma in quel mondo era pura immaginazione, attitudine pionieristica verso qualcosa che solo lui e pochi altri interpretavano come verità, seppur dettata innanzitutto dall’istinto.
Ma com’era il mondo al suo tempo?
E come ha contribuito con le sue invenzioni a plasmarlo e modificarlo per sempre?
Forse oggi, come in uno specchio, apparirebbe a noi come fantasia.

Venerdì 19 aprile ore 17.30
Deep Blues la storia della chitarra blues
Esperienza di ascolto con Pio Rossi
Il pioniere del blues italiano Pio Rossi ci porta alla scoperta del percorso storico, sociale e musicale della chitarra blues dalla fine del 1800 fino agli anni Sessanta. Attraverso i testi e gli ascolti guidati a partire dal 1923, anno della prima incisione di un blues suonato con chitarra, si può seguire l’evolversi degli stili dei maestri e delle tecniche dei guitar heroes (celebrati o dimenticati) del genere, nonché dei diversi modelli di strumenti da loro impiegati.
Un grande affresco musicale sul ruolo del blues all’interno della tradizione musicale americana e in particolare della cultura afroamericana, che ci porterà ad indagare le ragioni sociali che hanno portato la chitarra ad essere in assoluto lo strumento più usato e registrato della “musica degli ultimi”.

Sabato 27 aprile ore 15.00 – Sala della Musica 
(Biblioteca Salaborsa, II piano, Piazza del Nettuno 3)
Legature: Radio Days. 1924: nasce la radio in Italia
Narrazione musicale con Riccardo Negrelli
“U.R.I. Unione Radiofonica Italiana…”: così iniziò l’annuncio di benvenuto della prima trasmissione radiofonica italiana, diffuso alle 21 del 6 ottobre 1924 dalla voce di Maria Luisa Boncompagni, da Palazzo Corrodi a Roma. E la radio fu subito musica, perché il primo programma fu dedicato al concerto inaugurale del Quartetto Opera 7 di Franz Joseph Haydn.
Quel messaggio è una finestra su noi stessi: la radio ha mantenuto intatto il DNA dell’origine, flettendo il tempo da quella sera al presente.

Venerdì 3 maggio ore 17.30
La vita l’è bela e altre storie. I dischi di Cochi e Renato, la folle regia di Enzo Jannacci
Narrazione musicale con Enrico Farnedi
La rivoluzionaria comicità di Cochi e Renato deflagra nella televisione degli anni Settanta soprattutto grazie a una serie formidabile di canzoni, tanto divertenti quanto di alto livello: E, la vita la vitaCanzone intelligenteL’inquilinoLa gallinaA Lourdes e molte altre.
La comicità milanese e il teatro-canzone confluiscono nei tre dischi di cui Enzo Jannacci è produttore per caso, arrangiatore imprevedibile e compositore principale. Il duo è, in sala di incisione, un trio.

Sabato 4 maggio ore 15.00 – Sala della Musica 
(Biblioteca Salaborsa, II piano, Piazza del Nettuno 3)
Legature: La collina della radio libera. 1974: dal colle dell’Osservanza inizia a trasmettere la prima “radio pirata” italiana
Narrazione musicale con Riccardo Negrelli
La radio è libera e inafferrabile, concreta e tagliente nella sua immediatezza. Non accetta restrizioni: ne sono cronaca le trasmissioni pirata dai mari del nord, dall’Istria, dalla Svizzera, da Montecarlo. Non sopporta la censura, e proprio dal Colle dell’Osservanza, che fu palco per la Bologna di Napoleone, il 23 novembre 1974 un gruppo di pionieri diffuse la prima trasmissione FM libera da una roulotte. Diventa subito una rivoluzione, che si trasforma in collettore, nell’insieme disordinato di energie esplose da quell’esperimento.

Mercoledì 15 maggio ore 18.00
Shadows dal minstrel show a Philip Roth: il passing “razziale” nel jazz, nella letteratura e nel cinema
Narrazione musicale con Stefano Zenni
C’è chi proponeva di doppiare i personaggi con attori dello stesso colore della pelle e chi stigmatizzava il dipingersi la faccia di nero. Nella storia ci sono neri che si sono fatti passare per bianchi, e perfino bianchi che si sono “trasformati” in neri, come se “nero” e “bianco” fossero categorie ben definite.
Come si fa a diventare un altro, addirittura mutando colore?
Nelle culture razziste come quella statunitense è prassi comune slittare tra varie identità “razziali”, anche e soprattutto nella musica e nello spettacolo. Un comportamento sociale raccontato dal cinema e dalla letteratura e che nel jazz si è manifestato in tante forme creative.

Venerdì 17 maggio ore 17.30
Classical Mystery Tour. Le influenze classiche che hanno fatto splendere i Beatles
Narrazione musicale con Francesco Locane
All You Need Is Bach? Giochi di parole a parte, sono tanti i legami tra la musica dei Fab Four e i grandi compositori del passato: cercheremo di raccontarli con ascolti, proiezioni di video e aneddoti. Con Francesco Locane si viaggia attraverso il tempo e le note per scoprire le connessioni tra i Beatles e giganti come Bach, Beethoven e Mozart, analizzando come alcune caratteristiche stilistiche, e talvolta addirittura brani precisi, abbiano ispirato e arricchito le composizioni di John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr. Non solo individuando i pezzi in cui il quartetto, con l’imprescindibile aiuto del produttore George Martin, ha deciso di inserire archi, fiati e percussioni da orchestra sinfonica, ma cercando di capire perché è stata fatta questa scelta e in che modo è stata pensata e realizzata.
Partendo da Yesterday, facendo tappa a Penny Lane e, prima di dare la Goodnight, si ripercorre la storia del gruppo, della loro evoluzione, ma anche del contesto storico e culturale che ha visto nascere e crescere una delle band più importanti e influenti di tutti i tempi.
Francesco Locane è giornalista, docente, autore, scrittore conduttore radiofonico. Ha trasmesso per quasi vent’anni dalle frequenze di Radio Città del Capo e ha scritto tra gli altri per Il Mucchio Selvaggio, Jam, Rockol, sentireascoltare.com, Rumore, Zero in Condotta e la Repubblica Bologna. Dal 2017 tiene il suo format “Cinque Cose Con” a Bologna e Milano.
Nel 2020 ha curato il disco Rifilastrocche in Cielo e in Terra, rivisitazione della versione del Quartetto Cetra delle filastrocche di Gianni Rodari da parte di musiciste e musicisti della scena indipendente italiana. Nel 2021 è uscito il suo primo romanzo Fuori Pagina e ha tenuto un laboratorio sul podcasting per l’Università di Bologna.

Sabato 18 maggio ore 15.00 – Sala della Musica 
(Biblioteca Salaborsa, II piano, Piazza del Nettuno 3)
Legature: Perché Bologna è Città della Musica UNESCO?
Narrazione musicale con Riccardo Negrelli
Nel 2006 l’UNESCO ha riconosciuto Bologna come Città della Musica, attestando l’importanza e il prestigio culturale della nostra storia, locale ma internazionale, quale patrimonio dell’umanità. Il Museo internazionale e biblioteca della musica, inaugurato nel 2004, così come Sala della Musica, aperta al pubblico dal 2021, contribuiscono alla narrazione di tutte le sfumature più affascinanti ed eterogenee di questa energia, che nel tempo si è sempre evoluta, proposta, sfogata, rinnovata.

Sabato 18 maggio ore 17.30
Il cielo bruciava di stelle. La magica stagione dei cantautori italiani
Narrazione musicale con Gino Castaldo
Questa storia comincia il 27 agosto 1979, il giorno in cui i banditi sardi rapiscono Fabrizio De André e Dori Ghezzi e si conclude il 21 settembre 1981 con l’uscita de La voce del padrone, il più famoso album di Franco Battiato. Sono poco più di due anni, ma esplodono di straordinaria intensità: un vero e proprio periodo magico, un’età dell’oro per la musica italiana in cui i più eccezionali e talentuosi autori della canzone vivono i momenti cruciali della loro avventura dentro la storia del nostro Paese.
Uno dei più grandi musicteller italiani, il giornalista e critico musicale Gino Castaldo, svolge un racconto che è un diario di eventi, in un’incalzante cadenza cronologica che intreccia le storie di vita e di musica di nove protagonisti: Fabrizio De André, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Lucio Battisti, Francesco De Gregori, Pino Daniele, Franco Battiato, Francesco Guccini e Rino Gaetano.
Storie che in quegli anni si incrociano continuamente anche con quelle di altri importanti artisti della canzone d’autore come Gianna Nannini, Edoardo Bennato, Paolo Conte, Giorgio Gaber, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti…Ma che si intrecciano anche agli eventi più significativi della storia d’Italia: un Paese che, reduce dallo choc dell’assassinio di Aldo Moro, è in profonda trasformazione, lacerato tra la fine degli anni di piombo e gli inizi dei ruggenti anni Ottanta.
Il cielo bruciava di stelle è una playlist incessante che fa da colonna sonora alle vicende di un periodo intenso e indimenticabile: anni pieni di amore, di morte, di felicità e di dolore, in cui le canzoni sembrano il più autentico e potente romanzo del tempo, passione vitale e sentimento collettivo, coscienza civile, in quello che sembra essere un vero e proprio Rinascimento della musica italiana. Canzoni talmente potenti da aver lasciato un segno profondo, ancora oggi inalterato.
Gino Castaldogiornalista de La Repubblica dalla sua fondazione nel 1976, durante la sua carriera ha intervistato tutti i giganti della musica – da Bob Dylan a Paul McCartney, da Lou Reed a Bruce Springsteen. Oltre al supplemento Musica!, ha curato numerose iniziative editoriali per il Gruppo Espresso, tra cui collane discografiche come La storia del Jazz e l’America del Rock.
Insieme a Ernesto Assante dal 2011 al 2017 ha condotto Playlist su Radio Capital, è stato autore di programmi musicali su Rai Radio 3 e per Rai Radio 2 ha svolto importanti cicli di narrazioni musicali, alcuni live dal titolo Let’s play, mentre dal 2018 conduce con Ema Stokholma Back2back. Nel 2021 ha condotto dieci puntate di Magazzini Musicali su Rai Radio 2 e fra i suoi libri più recenti ricordiamo Il romanzo della canzone italiana (Einaudi, 2018), Lucio Dalla (Mondadori, 2021) scritto con Ernesto Assante e Il cielo bruciava di stelle. La stagione magica dei cantautori italiani (Mondadori, 2023).
Da oltre dieci anni porta nei teatri e nelle più belle piazze italiane le sue narrazioni musicali che raccontano i big della storia della musica italiana e internazionale in un alternarsi di parole e musica.

Venerdì 24 maggio ore 17.30
Leggera contemporanea. Storia dilettevole delle musiche d’oggi (e anche di ieri)
Esperienza di ascolto con Extratempora Duo
Monica Paolini (chitarra), Barbara Vignudelli (voce)
Monica e Barbara, per loro stessa ammissione, non sono grandi amanti della musica contemporanea “che ci butta giù” (cit. Franco Battiato). Preferiscono semmai i Pink Floyd “che ci dan più calorie”. Ma da sempre il compito del musicista è di (far) conoscere ogni tipo di musica: impossibile quindi – e sbagliatissimo – escludere la musica dei giorni nostri.
La sfida che lanciano in questa esperienza musicale unica e “senza rete” tra le pieghe della musica di ricerca attuale, sfaccettata e stimolante, per riuscire insieme a trovare la bellezza in ciò che può suonare strano e difficile, ma magari solo al primo ascolto.

Sabato 25 maggio ore 17.30
Trummette e Pipite. Gli oggetti sonori della tradizione calabrese per una nuova musicalità
Esperienza di ascolto con Christian Ferlaino
Gli oggetti da suono ricoprono da secoli un ruolo fondamentale nella cultura e nella società calabrese, tanto da essere parte integrante di svariati riti religiosi e laici. In ambiti rurali, gli strumenti da suono vengono ancora utilizzati per svago, per gioco o per contribuire sonicamente alle pratiche musicali tradizionali. Il suono di questi oggetti è quindi intriso di significati ecologici, sociali e simbolici che parlano delle stagioni e del paesaggio e che intessono una rete di relazioni sociali, culturali e ambientali.
Dallo studio di questi oggetti nasce la ricerca LoMus, che fa leva sulla musicalità espressa nell’uso degli oggetti sonori per permettere a individui a “competenza musicale zero” di far musica attivamente. Ed è proprio da questa musicalità antica che possono nascere i germogli di una musica contemporanea inclusiva e partecipativa.
L’evento fa parte di LoMus – local sound for a new musicality, progetto europeo finanziato da Marie Skłodowska Curie Action in collaborazione con Università della Calabria.
Christian Ferlaino è musicista, musicologo e ricercatore all’Università di Edimburgo. I suoi interessi spaziano dalla musica di tradizione alla musica jazz e d’improvvisazione.
Attivo nel campo dell’indagine etnomusicologica calabrese, la sua attività si delinea attraverso la ricerca e lo studio della musica popolare e tramite l’organizzazione, insieme alle realtà operanti sul territorio, di stage teoricopratici finalizzati alla trasmissione dei saperi musicali e coreutici dell’area del Reventino.
Come compositore e improvvisatore è impegnato nella produzione di musica contemporanea che incorpori elementi sintattici e grammaticali della tradizione musicale calabrese.

Mercoledì 29 maggio ore 18.00
Freedom Now! Quando il jazz fa politica
Narrazione musicale con Stefano Zenni
Il jazz è una musica di protesta? E, nel caso, lo è solo in certi momenti e circostanze? C’è un legame tra jazz e politica? E che forme ha assunto nel corso della storia?
Come sempre, questioni del genere sollevano molte domande, a cui l’ascolto e l’indagine storica possono dare qualche risposta. Sorprendente.

Venerdì 31 maggio ore 17.30
Buttafuoco. Come si “ricostruisce” la musica
Esperienza di ascolto con Nico Staiti
Live Rosario Altadonna (flauti pastorali e zampogne)
In collaborazione con DAMSlab / La Soffitta
I due doppi clarinetti appartenenti alle collezioni del Museo della Musica (sinora denominati Buttafuoco e mai esposti) sono strumenti di difficile datazione apparentati ad altri strumenti bicalami attestati nelle tradizioni pastorali italiane.
Da poco ricostruiti dal costruttore di zampogne messinese Rosario Altadonna, sono illustrati dall’etnomusicologo Nico Staiti e le loro sonorità sono sperimentate dal vivo da parte dello stesso Altadonna, che esegue anche repertori tradizionali per sordellina, zampogna a paro e doppi flauti.

Sabato 1 giugno ore 17.30 – Museo della Musica 
(Strada Maggiore 34)
Legature: wire/less(?) Indagine sull’immateriale in musica
Esperienza di ascolto con Riccardo Negrelli
L’apparente immaterialità della radio è pietra angolare di strumenti e filosofie, madre di nuovi linguaggi: nel rapporto con lo spazio/tempo, tra le culture, nel vicendevole equilibrio tra mittenti e destinatari.
Il wireless non è solo una tecnologia nata dall’intuizione di Guglielmo Marconi: è una nuova Stele di Rosetta, nel flusso comunicativo tra mondi in divenire, immersi nel presente e proiettati in ignoti, multipli futuri, globalizzati e territoriali, che fluidamente cercano una convivenza.

Domenica 9 giugno ore 17.30
Wandrè, chi era costui? Vita, opere e (presunti) miracoli dell’artista della chitarra elettrica
Narrazione musicale con Marco Ballestri in occasione della mostra Wandrè la chitarra del futuro (11 maggio – 8 settembre 2024)
L’ultima narrazione musicale è dedicata all’incredibile figura di Antonio Pioli, in arte Wandrè, in occasione della mostra al Museo della Musica a lui dedicata.
Partigiano, capomastro, artista eclettico e tanto altro, è stato senza dubbio il liutaio più rivoluzionario del secolo scorso, ma anche uno dei geni italici più misconosciuti (almeno in patria), mentre all’estero artisti, collezionisti e architetti si contendono i suoi strumenti, oggetto di culto e venerazione.
Marco Ballestri, uno dei massimi esperti della vita, delle opere e dei (presunti) miracoli dell’artista della chitarra elettrica ci racconterà come dalla avveniristica fabbrica rotonda di Cavriago siano usciti alcuni dei modelli più innovativi e sperimentali nella storia della chitarra elettrica mondiale, vere e proprie opere d’arte Pop intrise di futurismo, surrealismo, metafisica e astrattismo.

Biglietti
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
Prenotazioni
È possibile prenotare il proprio posto al costo di € 6 | € 5 (studenti universitari con tesserino / minori di 18 anni / possessori Card Cultura).
La prenotazione garantisce la certezza dell’ingresso e l’accesso prioritario a partire da 30 minuti prima dell’orario di inizio.
A 5 minuti dall’inizio di ogni appuntamento gli eventuali posti residui verranno messi a disposizione gratuitamente secondo l’ordine di arrivo.

Informazioni
Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 2757711
museomusica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/musica