Ribelle: Simona Gavioli si racconta e racconta BOOMing

Ribelle. Simona Gavioli, critica d’arte e curatrice, non la si può confinare in una parola, così come i suoi progetti. Certamente la ribellione, nel senso più costruttivo del termine, la riguarda ma il vero motore che muove la sua incontenibile energia è la passione per l’arte, la cultura e la conoscenza. Passione per l’arte che lei stessa definisce una ossessione.
Abbiamo intervistato Simona nel podcast “Le Bolognesi”, a ridosso dell’inaugurazione della 4°edizione di BOOMing Contemporary Art Show (1-4 febbraio 2024) negli spazi di DUMBO a Bologna. Il tema di questa edizione è ADESSO! Potete ascoltarla inquadrando il QR CODE che vi porta alla pagina del podcast del progetto La Bologna delle Donne. Di seguito un estratto dell’intervista.>>>

La passione per l’arte è il motore che muove Simona Gavioli fin da bambina. Anzi, non una passione ma una vera e propria ossessione ,”è la mia vita, non penso riuscirei a fare nient’altro”. “Mia nonna Già sei a sette anni mi portava alle mostre. La mia è una grande passione, un’ossessione per l’arte ma anche per la cultura, per la trasmissione della conoscenza, per quello che Nuccio Ordine, un grande professore di storia della Letteratura, morto purtroppo da pochi mesi,  viene considerato quasi l’ inutile, perché non crea un profitto immediato, una conoscenza che ha un’utilità incredibile per l’essere umano. 

Quali esperienze significative hanno segnato il tuo oggi?
Ho avuto una nonna, nata negli anni ‘30, che si chiamava Anita, che aveva studiato da maestra e non ha potuto esercitare la professione, perché rimasta incinta del suo grande amore a 19 anni; lei mi ha trasmesso l’importanza di conoscere, di leggere, di viaggiare, l’amore per l’arte per la crescita e ha determinato tutto quello che sono oggi! Da bambina avevo molto rispetto di mia nonna; ero anche la prima nipote, la prima nipote femmina, la prima che si è laureata, per merito proprio di mia nonna. Avere di fianco una donna aperta, collaborativa, colta ha segnato  la mia vita.

Cosa consigli alle ragazze di oggi?
Studiate! Studiate,  leggete, siate ribelli anche in maniera costruttiva nel significato più ampio che si può dare a questa parola magnifica. Studiate sempre perché la cultura ci rende liberi, libere e ci arricchisce, ci rende indipendenti ma parlo per tutti parlo ai giovani e alle giovani. 

Come passa o trapassa la cultura, oggi, attraverso i social?
Noi siamo migranti digitali, abbiamo vissuto l’analogico, il passaggio al digitale, abbiamo vissuto il tatto quindi la socialità che passa attraverso il “suonare il campanello sotto casa”;  i social per me sono una grande opportunità anche per la comunicazione, per gli eventi; attraverso i social si può arrivare in maniera capillare su tutto il territorio nazionale internazionale. I social sono una grande risorsa, io cerco sempre il buono in tutto ma oggi vedo una deriva: la funzione principale dei social che è quella di rimanere più vicini – amici, familiari, clienti, interlocutori – è talvolta “schiacciata” da episodi gravi…. abbiamo avuto la morte tragica del giovane TikToker. proprio qui a Bologna. 

Simona dobbiamo ritornare a suonare il campanello!
Sì dobbiamo dialogare, confrontarci, incontrarci di persona.

Simona come nasce BOOMing e qual è il tema dell’edizione 2024?
BOOMing nasce nel 2020 come evoluzione di SetUp, la manifestazione in autostazione (2012-2013). Oggi si svolge nello spazio di Dumbo con il sostegno di Doc Servizi e non riguarda più solo però gli under 35 perché abbiamo allargato i confini a tutte le idee rivoluzionarie. Noi stessi non siamo più under 35! Oggi  trattiamo tematiche anche urgenti e l’obiettivo che ci siamo dati  è quello di raccontare, attraverso l’’arte, le urgenze e le emergenze della nostra società: i femminismi – volutamente al plurale – i cambiamenti climatici e ora la crisi climatica. Nelle ultime due edizioni di BOOMing abbiamo avuto un occhio attentissimo alla Generazione Z, ovvero i giovani nati dopo il 1996, (in realtà noi abbiamo allargato ai primi anni ‘90). Insieme a questi giovani abbiamo fatto un percorso curatoriale e di mostra importante. Quando abbiamo aperto la Call sono arrivate tantissime richieste anche dal Giappone, dalla Cina, dal Nord Europa quindi vedremo un BOOMing Gen Z internazionale.

Quali sono le parole chiave di BOOMing 2024?
La parola chiave del 2024 è “ADESSO”! Non è un minuto fa, non è fra poco, ma adesso.
Nel momento in cui parliamo io e te, dobbiamo fare qualcosa per il pianeta, per la questione dell’uguaglianza di genere, i femminismi. Lo possiamo fare attraverso la cultura, la conoscenza, leggendo, studiando e attraverso questo potentissimo strumento che è l’arte. Le emergenze di BOOMing sono sempre quelle ma ogni anno diventano sempre più dense di significato, di obiettivi, tutte sotto il cappello della parola “adesso”. Tra un minuto è troppo tardi. Utilizzare solo un giorno la settimana come il Friday For Future è troppo poco., Noi ogni momento della nostra vita dobbiamo pensare a ristrutturare il nostro pianeta perché dobbiamo ristrutturare anche le nostre abitudini. 

In che modo hai ristrutturato le tue abitudini?
Negli ultimi anni il 90% dei miei abiti delle mie scarpe ma anche dei miei oggetti, li acquisto usati e se ne ho in più nell’armadio li vendo su siti specializzati. Il vintage oggi acquista un nuovo significato.

Simona, parlando di emergenza mi viene in mente una parola GUERRA…l’avete inclusa? Grazie per questa domanda Beatrice. Abbiamo riflettuto a lungo se trattare il tema “guerra”. Non lo trattiamo in questa edizione. La parola “guerra” ci spaventa. Ai miei corsi di Fenomenologia dell’arte contemporanea a Catanzaro, lavoro  con i miei studenti sul tema per raccontare la storia di tutte le guerre ma in questa edizione di BOOMing abbiamo scelto di non affrontare il tema della guerra tra paesi, ma piuttosto quella che viene fatta sui corpi, pensiamo alle notizie che leggiamo sui giornali ma anche a quello che è sempre avvenuto. Il tema emergente della guerra lo tratteremo prima o poi.  I civili non hanno colpa ma purtroppo i civili muoiono! Certo è rischioso fare un progetto di questo genere perché parliamo di argomenti che qualcuno non vuole vedere né sentire. 

Ascolta l’intervista integrale QR