Andreas Gursky al Mast. Prefazione al catalogo della mostra

Prefazione di Isabella Seràgnoli

 Questo catalogo non vuole solo essere una documentazione editoriale della prima mostra monografica e antologica di Andreas Gursky in Italia, che abbiamo l’onore di allestire nelle Galleries di Fondazione MAST, ma essere una celebrazione di una doppia ricorrenza: 10 anni di Fondazione MAST e 100 anni della impresa G.D.

Come sintesi ideale di questo 2023 abbiamo scelto un concetto capace di legare insieme queste due realtà: “fare del lavoro una cultura e della cultura un lavoro”, in modo da rappresentare da un lato la cultura aziendale dell’impresa che si è consolidata nel tempo e dall’altro quella della creazione di uno spazio innovativo e partecipativo di produzione del pensiero sul lavoro. Vediamo i soggetti protagonisti di questi due anniversari.

G.D è un’impresa specializzata in soluzioni industriali che ha costruito, con il contributo del capitale umano che ne è partecipe nei decenni, la propria identità di alta tecnologia in evoluzione continua con un patrimonio di conoscenza e di consapevolezza non solo sul lavorare, ma anche in termini di responsabilità sociale, di welfare, di solidarietà.

Fondazione MAST è un complesso urbano di architettura, espressione simbolica di una delle tante “periferie invisibili” delle nostre città, che ospita avanzati servizi di welfare per l’impresa ma che diventa una piattaforma di partecipazione e condivisione per la comunità, dove le attività culturali e artistiche sono articolate intorno al tema dell’industria e del lavoro.

MAST è acronimo di Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia, Andreas Gursky lo ha riflesso nella selezione delle sue opere fotografiche: gli universi tematici delle sue immagini svelano il capitalismo globale documentando siti produttivi, centri di movimentazione delle merci, banche o Borse, produzione di energia e cibo, allestimenti di punti di vendita, hub di transito e ancora altro, per aprire lo sguardo sul mondo del lavoro, dell’economia e della globalizzazione.

Da sempre MAST ha scelto come strumento privilegiato la fotografia, per affrontare le sfide culturali della contemporaneità, che rappresenta una delle principali chiavi di lettura dei mutamenti in atto in un mondo che cambia con estrema rapidità. Nel corso dei dieci anni MAST ha ospitato grandi maestri della fotografia e talenti emergenti che sono stati accompagnati da un palinsesto di eventi tra conferenze, rassegne cinematografiche, percorsi educativi per bambini e ragazzi, Biennali di fotografia, Grant per fotografi under 35.

Tutto sempre percorso dall’idea fondativa di fruirne liberamente.

G.D ha cominciato il suo viaggio verso l’Italia industriale e l’ha attraversata per un secolo, iniziando da una creatività artigianale di origine contadina con la produzione di motocicli, alla diffusione di una cultura tecnologica fortemente innovativa che con l’evoluzione della metalmeccanica ha posto le radici per il modello di crescita sociale e consumistica. Così dal “cartoccio” si è passati al “pacchetto”, alla merce impreziosita da nuovi materiali leggeri, resistenti, colorati che con la qualità del design hanno proiettato la società verso il consumo e il benessere che tendeva a riscattare il periodo bellico.

Il rapporto tra cultura e industria nel Novecento ha avuto momenti contrastanti dove i nostalgici dell’era preindustriale deformavano i fenomeni della nuova produzione con un pregiudizio politico e intellettuale che via via si è ridimensionato, tanto che oggi nelle aziende private e non quotate, più illuminate, operai, impiegati, dirigenti, e imprenditori si muovono in realtà dove “il lavoro” e “la fabbrica” hanno acquisito lo spessore e l’estensione di una vera cultura.

Di decenni in decenni G.D ha fatto proprie la cultura aziendale, la ricerca – da anni sempre tra le prime aziende nel sistema brevettuale europeo EPO – l’internazionalizzazione, in un circolo virtuoso di passione, di professionalità, di esperienza che richiedono rispetto e gratitudine per le persone che ne hanno preso parte e che oggi operano per poter raccontare l’eccellenza anche dei prossimi anni.

Gratitudine e rispetto sono espressi anche nella consacrazione del mondo del lavoro che Fondazione MAST porta avanti da un decennio con i propri progetti, avvalendosi anche della implementazione continua della Collezione MAST di fotografia dell’industria e del lavoro. Raccolta che attraverso oltre 5.000 opere ripercorre la storia della fotografia dalla metà del XIX secolo a oggi e racconta la straordinaria rilevanza del lavoro quale elemento capace di trasformare comunità geografiche e umane, oltre a dar conto della rappresentazione visiva del mondo del lavoro nel corso del tempo, di come gli artisti, i fotografi ne hanno saputo rinnovare incessantemente i codici.

Lo scopo imprescindibile è quello di far comprendere attraverso le immagini la caratterizzazione dell’operare nelle epoche post-industriali andando oltre a quella rappresentazione a volte drammatica che il Novecento ha restituito e che oggi in alcuni paesi risulta ancora attuale.

Sotto l’occasione degli anniversari congiunti, l’esposizione pensata da Andreas Gursky con la sua potenza figurativa trasforma l’accesso al suo universo iconografico in una esperienza unica e allo stesso tempo in un passo avanti nella conoscenza di noi stessi e del nostro tempo.

E quello che si vuole trasmettere nei prossimi decenni è proprio la messa a fuoco sulla radice etica che porta avanti il lavoro e la cultura dello stesso, in una evoluzione e in una innovazione virtuose, nelle organizzazioni che celebriamo in questo anno per noi più che eccezionale e memorabile: il duemilaventitré.