Ilario Fioravanti. Epifanie del dolore e della gioia


“Chi conosce la sua arte sa che è attraversata da uno spirito ilare, giocoso. È stupore di fronte alle figure colorate che prendono forma e significato, è divertimento perché il mestiere non annoia mai essendo quotidiano azzardo e avventura, è gratitudine infine perché Fioravanti, uomo religioso, è riconoscente a Chi gli ha dato gli strumenti e le occasioni per esprimersi”. Con queste parole il Direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci descriveva l’arte del cesenate Ilario Fioravanti, scultore, architetto, intellettuale, uno degli artisti più interessanti e originali del Novecento italiano.

Ilario Fioravanti. Epifanie del dolore e della gioia è il titolo della mostra in programma a Santa Maria della Vita (via Clavature, 8, Bologna, info e biglietti su www.genusbononiae.it) fino al 25 settembre, parte del più ampio progetto 1922~2022 “Fioravanti 100!” che dallo scorso anno ne celebra con un calendario di eventi diffusi il centenario della nascita. La mostra, frutto della collaborazione tra Genus Bononiae e Il Vicolo – Sezione Arte di Cesena, è curata dall’architetto Marisa Zattini, fondatrice de Il Vicolo e grande conoscitrice dell’arte di Fioravanti. Una scelta non casuale quella del complesso bolognese che ospita il Compianto sul Cristo morto di Niccolò dall’Arca: il percorso espositivo, che si sviluppa nelle sale dell’Oratorio e del Museo adiacenti alla Chiesa di Santa Maria della vita, apre un dialogo tra il capolavoro quattrocentesco e il Compianto realizzato da Fioravanti nel 1985, uno dei tre che egli plasmò nel corso della sua carriera, abitualmente ospitato dalla Chiesa del Suffragio di Longiano e oggi esposto a Bologna. Un compianto “tradizionale” che nella sua produzione si affianca a quello “laico” delle Putaske (esposto ora a Faenza nella chiesa sconsacrata di Santa Maria dell’Angelo), le donne di strada che circondano la figura del Cristo morto, simbolo di uguaglianza e rispetto sacro per ogni creatura, e a quello delle Maddalene, radunate attorno al Cristo modellato nell’estate del 2007.

Il Compianto del 1985 sarà allestito nell’Oratorio assieme alle quattro Maddalene (1982) e ad alcune gigantografie di disegni preparatori selezionati dai diari dell’artista. Nella sala precedente, una selezione di opere dal tema sacro introduce al corpus della mostra: una Via Crucis (1982) inedita, in terracotta ingobbiata e incisa, proveniente dalla Collezione di S.E. il Vescovo di Cesena Douglas Regattieri e, a completamento, Il bacio di Giuda (1995), La Veronica (1989), Il miracolo del pane e dei pesci (2003) ed Effeta (2003). Si tratta di un universo immaginifico, frutto di un’esperienza feconda: sono tutte “epifanie” in terracotta policroma in cui il tema del sacro e del profano, del terreno e dello spirituale, dell’umano e del divino si incontrano nel significativo evento cristiano, reinterpretato in chiave contemporanea imprimendo nella materia il realismo delle emozioni e i sentimenti del dolore e della gioia. Esistenze e figure che raccontano, con solenne compostezza ed intensa e silenziosa compartecipazione, un momento colmo di sofferenza, singolare e collettiva, in contrapposizione con la dinamica partecipazione emotiva che fuoriesce dall’opera di Niccolò dell’Arca.

 Scrive la curatrice Marisa Zattini, legata al lavoro dell’artista da anni: “Ilario Fioravanti, nella sua semplice ma eccezionale verità dà forma, come un grande maestro, agli anfratti della vita modellando attraverso la sua profonda sensibilità il tempo, le passioni, l’anima dell’uomo, delle cose e degli eventi che accadono, elevandoli spiritualmente ma pur sempre rimanendo fedele e saldo alla terra, a ciò che è profondamente universale e umano”.             

Come canne di un organo che mandano suoni lunghi e profondi, i protagonisti del Compianto – scriveva Vittorio Sgarbi nel 2002 – sono i campioni di un’umanità che ha avuto il privilegio di essere testimone del momento più doloroso e drammatico. Fioravanti coglie questo nesso tra umanità e divinità con inedita soggezione. Si tratta, anche per lui, di un’esperienza nuova. […] Per chi è stato abituato a trasfondere l’anima nella creta, non è un’esperienza del tutto inedita; si tratta, in fondo, di continuare l’opera della creazione”.

“Sono passati quasi 20 anni da quando il 6 aprile 2004, a Bologna, in Santa Maria della Vita, fu presentato il volume fotografico di Andrea Samaritani dedicato al Compianto dell’artista cesenate Ilario Fioravanti. L’opera proseguiva l’esplorazione del tema del Compianto iniziata alcuni anni prima da Samaritani sulla straordinaria composizione di Niccolò dell’Arca – dice Filippo Sassoli de’ Bianchi, Presidente di Genus Bononiae– Un evento che nasceva dalla felice intuizione dell’allora Direttore del Complesso di Santa Maria della Vita Graziano Campanini di mettere in dialogo le due diverse interpretazioni artistiche. Questa mostra è oggi un omaggio plurimo: a Fioravanti ovviamente, al Compianto di Niccolò dell’Arca che dopo quasi sei secoli continua a emozionarci, ma pure allo sguardo di Andrea Samaritani e alla memoria di Graziano Campanini, instancabile nel creare occasioni e nuove connessioni per la valorizzazione del patrimonio che gli era stato affidato in custodia”.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue, edito da Il Vicolo Editore (104 pagine, Euro 30,00) che contiene, oltre all’insieme delle opere esposte, anche un ricco repertorio di immagini dedicate al Compianto di Niccolò dell’Arca e testi critici dedicati a Fioravanti e al suo lavoro.

 

Ilario Fioravanti. Epifanie del dolore e della gioia

Nell’ambito di 1922~2022 “Fioravanti 100!”

Dal 29 marzo 2023 al 25 settembre 2023

Complesso di Santa Maria della Vita, via Clavature, 8, Bologna

Ingresso 7€, ridotto 5€