Sabato e domenica al Mast: gli appuntamenti

SABATO 7 DICEMBRE

ORE 20
MAST.AUDITORIUM
PROIEZIONE
IL POPOLO MIGRATORE
 DI JACQUES PERRIN, JACQUES CLUZAUD, MICHEL DEBATS (ITALIA, 2002, 93)
In collaborazione con Human Rights Nights

Per seguire le migrazioni degli uccelli – rondini, cicogne, gru, sterne, varie specie di oche ed anatre selvatiche – il regista ha lavorato quattro anni fra un continente e l’altro, dispiegando mezzi e uomini senza risparmiarsi: piloti, deltaplani, specialisti di uccelli e di venti. Gli uccelli, secondo la stagione, sorvolano il mondo, i ghiacci, il mare, le isole, i monti e i fiumi. Spinti da quel miracoloso istinto, da quell’innata misteriosa attitudine a capire il vento che li porterà. E poi, l’anno dopo, rifaranno tutto daccapo.

DOMENICA 8 DICEMBRE
MAST.AUDITORIUM

ORE 18.30
TALK: VENEZIA E L’ANTROPOCENE. UNA PROSPETTIVA STORICA. MICHELE ALACEVICH
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

Venezia esiste in un fragilissimo equilibrio con il sistema della laguna che la circonda. I cambiamenti climatici e socioeconomici degli ultimi decenni sono profondamente dirompenti e pericolosi per la sua esistenza ed essa appare come una vittima particolarmente vulnerabile della nuova epoca che chiamiamo Antropocene. Il dibattito sulla sopravvivenza di Venezia ruota intorno al nucleo primario del concetto di Antropocene: l’intrusione e le conseguenze dell’azione umana nel ciclo della natura. Venezia, dunque, ha un ruolo simbolico in questa nuova epoca, perché lì si riproduce, in piccolo ma in termini essenziali, la relazione tra l’azione dell’uomo e la vita del pianeta. Eppure, Venezia non è solo vittima dell’Antropocene, essa ne è stata per secoli un soggetto attivo—e di successo. Attraverso una sintesi del rapporto tra Venezia e la sua laguna negli ultimi cinque secoli, Michele Alacevich, storico all’Università di Bologna, ci accompagna in una riflessione sull’Antropocene per provare a immaginare nuovi modi di governarlo.

ORE 21.00
PROIEZIONE
WATERMARK, DI JENNIFER BAICHWAL, EDWARD BURTYNSKY
(Canada, 2013, 90’, SOTT ITA)

In collaborazione con Fondazione Stensen

Watermark raccoglie storie di tutto il mondo che narrano del nostro rapporto con l’acqua. Insieme agli autori, vediamo le colture intensive di perle al largo delle coste cinesi di Dujian e la costruzione della diga a volta più grande del mondo, la diga di Xiloudu. Visitiamo il Delta desertificato del glorioso fiume Colorado, ormai incapace di raggiungere l’Oceano, e le mefitiche concerie di Dhaka. Osserviamo come gli umani siano irresistibilmente attratti verso l’acqua, dal campionato Open di surf di Hungtinton Beach, in USA, al pellegrinaggio Kumbh Mela di Allahabad, dove 30 milioni di persone si recano per immergersi nelle acque sacre del Gange. Parliamo con scienziati che impegnati a trapanare fino a due km di profondità il ghiaccio della Groenlandia ed esploriamo il bacino idrografico incontaminato della Northern British Columbia. Girato con le tecnologie più innovative e ricco di vedute aeree mozzafiato, il film presenta l’acqua come fattore primario di terraformazione e come elemento necessario e al tempo stesso abusato dagli esseri umani. In Watermark lo spettatore è immerso nella travolgente forza della natura, che troppo spesso diamo per scontata, fino a quando non scomparirà.

Ingresso gratuito agli eventi con prenotazione obbligatoria