ORSINI, POPOLIZIO, LOJODICE AL DUSE CON ‘COPENAGHEN’

Dal 16 al 18 novembre 2018 | ore 21, domenica ore 16
Al Teatro Duse di Bologna, via Cartoleria 42

Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice compongono il trio di attori di assoluto spessore che, al teatro Duse di Bologna dal 16 al 18 novembre (ore 21, domenica ore 16) porterà in scena ‘Copenaghen’, dramma di Michael Frayn, per la regia di Mauro Avogadro. I tre grandi interpreti, diciotto anni dopo il debutto, continuano a rendere in modo mirabile il valore di un testo divenuto ormai un classico contemporaneo del teatro, svelando al pubblico i diversi piani di lettura e dando risalto alle infinite sfaccettature psicologiche dei personaggi.

In un luogo che ricorda un’aula di fisica, immersi in un’atmosfera quasi irreale, tre persone, due uomini e una donna, parlano di cose successe molto tempo prima, quando tutti e tre erano ancora vivi. Sono Niels Bohr (Orsini), sua moglie Margrethe (Lojodice) e Werner Karl Heisenberg (Popolizio).

Il loro tentativo è di chiarire che cosa avvenne nel 1941 a Copenaghen quando improvvisamente il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr, in una Danimarca occupata dai nazisti. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti, probabilmente vicini ad un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i due scienziati ebbero una conversazione nel giardino della casa di Bohr. L’oggetto di quella conversazione resta ancora oggi un mistero e per risolverlo la storia ha avanzato svariate ipotesi. L’asse portante attorno al quale ruota lo spettacolo è dunque il motivo per cui l’allievo andò a Copenaghen a trovare il suo maestro.

Essendo Heisenberg a capo del programma nucleare militare tedesco voleva, in nome della vecchia amicizia, offrire a Bohr, che era per metà ebreo, l’appoggio politico della Gestapo in cambio di qualche segreto? O al contrario, essendo mosso da scrupoli morali, anche se tormentato dalle conseguenze che sarebbero potute ricadere sul destino della sua patria martoriata, e che lui amava pur non essendo nazista, tentava di rallentare il programma tedesco fornendo a Bohr, che era schierato con gli alleati, informazioni sull’applicazione dei fondamenti teorici della fissione? Su questi presupposti Frayn dà vita ad un appassionante groviglio in cui i piani temporali si sovrappongono, dando un valore universale alle questioni poste dai protagonisti. Le diverse ipotesi fatte all’epoca vengono enunciate una dopo l’altra e vengono messi in scena i diversi incontri tra i due fisici. Viene quindi a tradursi metaforicamente, come struttura portante dell’impianto drammaturgico, quel Principio di indeterminazione e di complementarietà, più volte pronunciati nella pièce e così determinanti per l’elaborazione della teoria della relatività ad opera di Einstein.

Non è, dunque, possibile una sola verità oppure una sintesi efficace delle diverse verità, perché una verità è semplicemente un punto di vista, il punto di vista di chi l’ha enunciata. Tutto è umano, niente è assoluto. Si possono avere solamente risposte indeterminate e quindi la somma degli scenari possibili e ciò vale anche per quell’incontro tra i due fisici. Il Novecento, così come la vita umana sono fatti di tante zone grigie, di tanto silenzio, ma finché esisterà l’uomo, si cercherà sempre, in mezzo al vuoto che ci circonda e alla polvere sollevata, la traccia rarefatta di una particella di chiarezza e di verità che, comunque, ci salverà.

 

Umberto Orsini: “Penso che sarebbe stato un errore imperdonabile pensare di dar vita ad una Compagnia teatrale che porti il mio nome senza pensare all’opportunità di rimettere in scena uno spettacolo come ‘Copenaghen’. Quando decisi di avere accanto a me un attore come Massimo Popolizio affidandogli anche la regia di ‘Il prezzo’ di Miller mi era chiaro che questa collaborazione non sarebbe stata un episodio isolato. Era evidente che insieme avremmo potuto dare vita a qualcosa che oggi è sempre più difficile trovare e cioè a quel teatro di recitazione nel quale entrambi, seppure in epoche diverse, siamo cresciuti e al quale ci ispiriamo. Ed ecco che riproporre ‘Copenaghen’, la pièce di Frayn che insieme a Giuliana Lojodice ci aveva visti interpreti per la prima volta diciotto anni fa, mi è sembrata una scelta quasi obbligata. Spettacolo nato a Udine nel 1999, riproposto con l’ERT in anni lontani a varie riprese di cui l’ultima otto anni fa, recensito dalla totalità della critica in maniera entusiastica, amato da un pubblico sempre numerosissimo, visto come un evento dai teatri delle maggiori città, sorprendente per la costante attualità del tema trattato, che si vorrebbe più di così? E allora, e non so se sarà l’ultima, ancora una volta ‘Copenaghen’ con tutto l’impegno che la nostra Compagnia sa mettere nel far rinascere uno spettacolo con l’aiuto del Teatro di Roma e del CSS di Udine che hanno deciso, data l’eccezionalità dell’evento, di co-produrre lo spettacolo con noi ricostruendo una scenografia ormai perduta ricalcando la regia di Mauro Avogadro, col grande e significativo apporto di un’attrice come Giuliana Lojodice alla quale siamo grati per aver deciso di ricalcare le tavole del palcoscenico e condividere ancora una volta con noi questa avventura”.

 

COMPAGNIA UMBERTO ORSINI, TEATRO DI ROMA – TEATRO NAZIONALE IN CO-PRODUZIONE CON CSS TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG

Umberto Orsini, Massimo Popolizio e con Giuliana Lojodice

COPENAGHEN

di MICHAEL FRAYN

scene GIACOMO ANDRICO

costumi GABRIELE MAYER

luci CARLO PEDIANI

suono ALESSANDRO SAVIOZZI

regia MAURO AVOGADRO

BIGLIETTI

Intero                          Ridotto                       Mini

Platea                                                 29 euro                       26,50 euro                  23,50 euro

Prima galleria e palchi                        25 euro                       23 euro                       20,50 euro

Seconda galleria                                20,50 euro                  18,50 euro                  16,50 euro