LA STAGIONE DEL SESSANTOTTO VIAGGIO TRA CINEMA E MEMORIA AL MAST

In occasione della mostra USA’68, la Fondazione MAST presenta una rassegna in collaborazione con la Cineteca di Bologna sull’anno simbolo di una delle rivoluzioni culturali più significative di sempre che sommuove la società intera.

MARTEDÌ 25 SETTEMBRE
ORE 18.30
MAST.AUDITORIUM

TEOREMA
DI PIER PAOLO PASOLINI, ITALIA, 1968, 98’
Provocatorio e profetico, Teorema segna una svolta nell’opera di Pier Paolo Pasolini, con l’approdo a una visione sacrale, vivacemente simbolica della realtà. Realizzato in pieno ‘68, il film sembra echeggiare le vicissitudini sociali, politiche e ideali di quell’anno. Protagonista è una famiglia milanese composta dai genitori, Lucia e Paolo, due figli studenti, Pietro e Odetta, e dalla domestica Emilia. Queste persone conducono l’esistenza di un qualsiasi nucleo borghese fino a quando non vengono messe in crisi da un evento apparentemente innocuo eppure sconvolgente: l’arrivo di un ospite, un personaggio silenzioso e affascinante dai dati anagrafici molto vaghi. All’improvviso i cinque membri della famiglia si ritrovano sedotti dall’ospite misterioso, che insegna loro il valore della libertà e dell’amore. Il rapporto sessuale ed intellettuale con il giovane fa prendere loro coscienza della vanità della propria esistenza borghese. Quando il viaggiatore ripartirà nulla sarà più come prima.

Dibattito sul film con Marco Antonio Bazzocchi e Massimo Recalcati

Ingresso Gratuito con prenotazione obbligatoria

Programma delle proiezioni:

VENERDÌ 28 SETTEMBRE
ORE 20
MAST.AUDITORIUM

BARBARELLA
DI ROGER VADIM, FRANCIA-ITALIA, 1967, 97’
Nell’anno 40.000 dopo l’era barbarica della “contestazione globale”, Barbarella sta dirigendosi verso Venere a bordo della sua nave spaziale. Il presidente della Terra le ordina di compiere una missione speciale: rintracciare lo scienziato Durand Durand, scomparso da qualche anno con il segreto del raggio positronico, potente e infernale mezzo di distruzione. Il futuro della Terra, che da millenni ormai vive in pace, è nelle mani di Barbarella. Durante la sua missione la donna incappa nelle avventure più imprevedibili: giunge su un pianeta che è una specie di Sodoma e Gomorra interplanetaria, dominato da un tiranno il quale ha isolato i buoni in un labirinto senza uscita, mentre i cattivi vivono nel peccato e nella perversione della Città Nera, capitale di questo strano pianeta, costruita su un mare di “magmos”, sostanza che si nutre di tutti i peccati che vengono consumati in loco. Grazie all’aiuto di un gruppo di rivoluzionari e di un “angelo”, Barbarella non solo riesce a rintracciare e a mettere fuori combattimento Durand Durand – un pazzo assetato di potere che intende usare il suo raggio della morte per dominare l’universo – ma anche a far inghiottire la Città Nera dal “magmos”.

SABATO 29 SETTEMBRE
ORE 20.30
MAST.AUDITORIUM

IL PIANETA DELLE SCIMMIE
DI FRANKLIN J. SCHAFFNER, USA, 1968, 112’
Tre astronauti americani, dopo un viaggio spaziale che li ha fatti avanzare nel tempo di duemila anni, approdano su di un pianeta popolato da una società barbarica: un impero retto da scimmie evolute, nel quale gli uomini, privi di parola e di intelletto, sono trattati alla stregua di bestie. Uno solo degli astronauti, Taylor, riesce a sopravvivere a una battuta di caccia delle scimmie. Imprigionato, è oggetto di molte attenzioni da parte di due giovani scimmie intellettuali che intendono servirsi di lui per dimostrare che la scimmia discende dall’uomo. Questa teoria evoluzionistica al contrario cozza però con la fanatica opposizione di un vecchio scimmione gran sacerdote, che fa condannare per eresia i due protettori di Taylor. L’astronauta, dopo aver sofferto ogni genere di umiliazioni, riesce a fuggire in una zona inaccessibile alle scimmie, dove fa una scoperta sconvolgente.

DOMENICA 30 SETTEMBRE
ORE 18
MAST.AUDITORIUM

LES ANNÉES 68
DI DON KENT, GERMANIA-FRANCIA-NORVEGIA, 2018, 97’
Il regista britannico Don Kent, studente ventenne a Parigi all’epoca dei fatti, rievoca il Maggio ’68 nella capitale francese attraverso un viaggio impressionistico in tutto il mondo, in cui non rinuncia a rendere omaggio ai suoi celebri ex compagni di scuola, mescolando a spezzoni d’archivio rari o inediti le loro immagini più celebri. Senza pretendere di riesaminare un movimento la cui eredità continua a dividere, il regista dà voce a una moltitudine di testimoni scovati in tutto il mondo, dal Brasile al Giappone, dalla California all’Italia. Alcuni sono nomi molto noti – la ex guerrigliera ed ex presidentessa brasiliana Dilma Youssef, i filosofi Régis Debray, Toni Negri e Judith Butler, l’ex Pantera nera Kathleen Cleaver, gli scrittori Hélène Cixous, Erri De Luca, Alain Mabanckou e Viet Thanh Ngueyen, l’ex batterista dei Doors John Densmore –, altri sono meno conosciuti, come le straordinarie attiviste giapponesi, animate da una passione rimasta intatta a distanza di mezzo secolo. Il regista sospinge i suoi interlocutori in direzioni inattese, verso letture laterali e rivelatorie, che passano attraverso le note di Bach inanellate dalla pianista cinese Zhu Xiao Mei, fuggita dalla rivoluzione culturale, lo sconcertante diagramma politico schizzato dal musicista brasiliano Tom Zé o l’amarezza toccante dello scrittore americano David Horowitz, ex gauchiste radicale convertito al neo conservatorismo.

ORE 21
MAST.AUDITORIUM

ZABRISKIE POINT
DI MICHELANGELO ANTONIONI, USA, 1970, 110’

Introduce il film Marco Antonio Bazzocchi

A Los Angeles, durante uno scontro tra la polizia e un gruppo di contestatori, viene ucciso un agente. Mark, un giovane ritenuto colpevole dell’omicidio, riesce a fuggire a bordo di un aereo da turismo rubato e atterra a Zabriskie Point, la zona più bassa e desolata del deserto californiano. L’incontro con Daria, una giovane segretaria d’azienda che sta andando in vacanza in Arizona, si traduce ben presto in un’avventura sentimentale. Nel paesaggio spettrale di Zabriskie Point i due giovani trascorrono lunghe ore d’amore; poi giunge il momento di separarsi. Mark fa ritorno a Los Angeles per restituire l’aereo rubato, ma trova ad accoglierlo la polizia che gli spara contro uccidendolo. Daria, che ha appreso per radio la notizia della morte di Mark, nella sua impotente disperazione non può far altro che immaginare la distruzione di tutti i simboli della spietata società nella quale è costretta a vivere.