Due mostre dell’Accademia di Belle Arti in occasione di Bologna Design Week

Accademia di Belle Arti di Bologna, Sale espositive | via Belle Arti 54
UBIQ
27 settembre – 5 ottobre 2017
Inaugurazione: mercoledì 27 settembre, ore 19. Con una performance degli allievi di Fashion Design coordinati da Betty Zanelli
Orari: lunedì-venerdì ore 10-19, sabato ore 10-14

Zu.Art giardino delle arti| vicolo Malgrado 3/2
LA DECORAZIONE IN UN’ESTETICA DIFFUSA
26-30 settembre 2017
· Esperienza di un designer: martedì 26 settembre, ore 17
Giancarlo Piretti | Plia, i cinquant’anni di vita di un prodotto; dall’idea, al progetto, alla produzione industriale
Finissage: sabato 30 settembre, ore 18.30
Orari: 14.30-19.30, mercoledì ore 17.00-22.00

Due mostre per Bologna Design Week. L’Accademia di Belle Arti di Bologna, in collaborazione con la Fondazione Zucchelli, partecipa alla manifestazione internazionale dedicata alla promozione della cultura del design mettendo in vetrina e proponendo alla città i lavori dei suoi studenti: idee, progetti, oggetti che nascono nei corsi di Design del prodotto, Design grafico, Fashion design, Decorazione. Due gli eventi espositivi in programma. UBIQ, nelle sale dell’Accademia, proporrà una riflessione sul “ritorno al nomadismo” e alla dimensione della mobilità che sembra caratterizzare l’uomo e i suoi oggetti nel nostro tempo. La decorazione in un’estetica diffusa, negli spazi di Zu.Art, il giardino delle arti aperto e restituito alla città dalla Fondazione Zucchelli, dal 2016 sede di varie iniziative musicali, culturali e artistiche, vedrà invece gli studenti di Decorazione impegnati in un progetto di reinvenzione degli spazi tra tecniche tradizionali e tecnologie ultramoderne. L’esposizione sarà inaugurata da un dialogo con il designer bolognese Giancarlo Piretti, ideatore della celebre sedia pieghevole Plia, che a partire da una delle sue creazioni più note racconterà come nasce e si sviluppa il progetto di un prodotto.

UBIQ

design for a moving life
a cura di Maurizio Corrado
con la collaborazione di Danilo Danisi e Roberto Semprini
Sale espositive dell’Accademia, 27 settembre – 5 ottobre 2017, nell’ambito di Bologna Design Week
Inaugurazione: 27 settembre h 19

Con una performance degli allievi del Biennio di Fashion Design coordinati da Betty Zanelli

L’IDEA

Da quando siamo uomini ci muoviamo, la nostra evoluzione è cominciata dai piedi, dall’innata curiosità che ci spinge ad esplorare, a voler sapere cosa c’è oltre le colline. Un’attitudine al movimento che ci ha formato corpo e mente. Nei duecentomila anni della nostra storia profonda, la fase sedentaria conseguenza dell’agricoltura è un fatto recente in via di declino. La nuova percezione del mondo, quella nella quale si formano le nuove generazioni, è quella del cacciatore mobile, non quella del sedentario. Ora che il ciclo dell’agri-cultura pare giunto ad una svolta, anche l’architettura che ne è derivata sembra destinata a svanire. UBIQ, il cacciatore contemporaneo, non ha città, ha territori. Non risiede, cammina. Si muove, si sposta. Non ha una casa, ha un’attrezzatura. Porta con sé una serie di oggetti piccoli, leggeri e polifunzionali. Il tempo dell’architettura è finito. Ora è il tempo del design. L’ipotesi di UBIQ è che il modello mobile sia alla base del nostro essere e che sia iniziata una fase in cui possiamo riprenderci la nostra vera natura mobile. Noi siamo fatti per stare fuori e per muoverci.

LA MOSTRA

Progetti, idee, proposte, suggestioni, suggerimenti, oggetti, modelli, abiti, video degli allievi dei corsi di Design di Prodotto, Design Grafico e di Fashion Design dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, nati all’interno dei laboratori di sintesi finale degli ultimi due anni. Il tema base è visto da diverse angolature, dal forniture design all’arredo, dall’abbigliamento all’architettura d’interni, dal contract al food design, dai nuovi materiali al riuso, dalla grafica all’accessorio.

Sono coinvolti studenti dei corsi tenui dai docenti: Cecilia Bione, Danilo Danisi, Pier Luca Freschi, Valentina Follo, Marina Gasparini, Katia Kuo, Egidio Lomi, Pierluigi Molteni, Roberto Semprini, Anna Tortoroglio, Elisabetta Zanelli, Alessandro Zomparelli.

Spazi Espositivi, Accademia di Belle Arti di Bologna, 27 settembre – 5 ottobre 2017.

A cura di Maurizio Corrado. Con la collaborazione di Danilo Danisi e Roberto Semprini. Organizzazione: Alberto Podeschi e Federica Monte. Graphic Design: Alfonso Fraia. Concept allestimenti: Egidio Lomi.

APPROFONDIMENTO

Noi, come specie Homo Sapiens, siamo qui da almeno 200.000 anni. Da quando siamo apparsi ci siamo sviluppati ed evoluti con un modello di vita mobile. Ci spostavamo costantemente portandoci dietro un equipaggiamento leggero. I nostri primi strumenti sono piccoli, leggeri, polifunzionali. Abbiamo avuto questo comportamento per 190.000 anni almeno. Poi 12.000 anni fa con l’agricoltura siamo diventati sedentari. L’ipotesi è che il modello mobile sia tuttora alla base del nostro essere e che sia iniziata una fase in cui possiamo riprenderci la nostra vera natura mobile. Noi siamo fatti per stare fuori e per muoverci. Dalla fine degli anni Settanta molti di noi hanno un modo di vita che è più avvicinabile a quello mobile piuttosto che al sedentario. Dagli anni Novanta con l’arrivo della rete e dei mezzi elettronici il modello mobile si è impadronito del comportamento mentale di ognuno di noi, gli strumenti elettronici sono perfettamente in linea con quelli della mobilità antica: piccoli, leggeri, polifunzionali. Il mobile contemporaneo usa gli stessi parametri di quello antico, quando si sposta. La nuova percezione del mondo, quella nella quale si formano le nuove generazioni, è quella del cacciatore mobile. Noi siamo fatti per stare fuori e per muoverci. Tra le conseguenze di questa visione, ce ne sono alcune che riguardano intimamente l’architettura e il design. Quarant’anni di architettura ecologica ci hanno insegnato una cosa ormai indiscutibile: il problema della casa è la casa. È star dentro che fa male, crea problemi, è la nostra abitudine di vita sedentaria che ci porta a stare in interno per oltre il 90% del nostro tempo a creare patologie e disturbi sui quali ormai la letteratura scientifica si spreca. È ora di muoverci.

LA DECORAZIONE IN UN’ESTETICA DIFFUSA
A CURA DI CARMEN LORENZETTI
MOSTRA OSPITATA DALLA FONDAZIONE ZUCCHELLI

La Fondazione Zucchelli e l’Accademia di Belle Arti di Bologna partecipano alla Bologna Design Week con una mostra negli spazi di Zu.Art , dove quattro studenti del Triennio di Decorazione del professor Silvano Venturi e quattro studenti del Biennio di Decorazione della professoressa Vanna Romualdi riconfigureranno totalmente gli spazi. Entrambi i corsi accademici infatti hanno tra le proprie finalità quelle di formare studenti capaci di rapportarsi all’ambiente con modalità del tutto inedite, capaci di creare cortocircuiti fantastici tra passato e presente, tra tecniche tradizionali e tecnologie ultramoderne, per approdare ad un interscambio fruttuoso tra corpo e spazio. Se il corso triennale è attento allo studio metodico dei pattern e dei materiali, arrivando persino all’analisi della biochimica e della matematica, il corso biennale, che costituisce l’approdo specialistico del percorso della Decorazione, è incentrato sul rapporto tra corporalità e spazio, la sua misura e la sua distanza. Entrambi i corsi mirano a fornire una conoscenza tecnica e teorica vasta e sistematica, capace di coniugare le pratiche della decorazione con le estetiche più attuali.

Oggi viviamo imbevuti in un regime di estetica diffusa, che attraversa tutte le arti, senza distinzioni gerarchiche di vetusta memoria: l’antica tenzone tra arti maggiori ed arti minori appartiene ormai al passato. Infatti anche nei musei più prestigiosi entrano a pari merito non solo le arti visive, ma anche un’idea di performance che comprende la danza contemporanea, la videoarte che ingloba anche il cinema, l’alta moda e la musica popolare come il rock & roll, il fumetto e l’anime di cui Bologna è uno dei poli propulsori, il design che si scambia di posto con la decorazione e naturalmente si serve di idee che si generano indistintamente in qualsiasi ambito artistico. I generi vivono nel meticciamento, nell’ibrido e nella trans-culturalità: questa piccola mostra allo Zu.Art lo evidenzia con delicata creatività.

(Carmen Lorenzetti)

ARTISTI E OPERE IN MOSTRA:

Bahareh Pashang – “Cosmos” (installazione di sfere policrome)

Elena Boni – “Spirale” (spirale di barchette di carta realizzate con scontrini)

Marta Pezzucchi – “Archè” (forme tridimensionali realizzate con modulo in carta in origami)

Valeria Nardone – “Rectoverso” (grande telo con disegni e testo a ricamo nero)

Xiaohui Hao – “Brave World” (Fori e ricamo su carta, luci led)

Fatemeh Izadi – “Maschera” (Taglio laser su carta, legno, luce led)

Gloria Nati – “Segni Congeniti II” (Nunofelt, ricamo, fotografia, incisione su metallo)

Xuebei Zhang – “Sotto il livello dell’acqua” (Bruciature su carta cinese, filo metallico)