Anteprima: da dicembre al Mambo REVOLUTIJA. Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky

1) Kazimir Malevich Red Cavalry 1932 Oil on canvas. 91x140

Kazimir Malevich Red Cavalry 1932 Oil on canvas. 91×140

REVOLUTIJA
Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky
Capolavori dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo
15 dicembre 2017 – 13 maggio 2018
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni, 14 – Bologna

E’ stata ufficialmente annunciata la mostra: REVOLUTIJA.
Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky. Capolavori dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna dal 15 dicembre 2017 al 13 maggio 2018, prodotta e organizzata da CMS. Cultura in partnership con il Comune di Bologna – l’Istituzione Bologna Musei, realizzata grazie a una collaborazione esclusiva con il Museo di Stato Russo, San Pietroburgo.

Circa 70 opere – capolavori assoluti provenienti dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo racconteranno gli stili e le dinamiche di sviluppo di artisti tra cui Nathan Altman, Natalia Goncharova, Kazimir Malevich, Wassily Kandinsky, Marc Chagall, Valentin Serov, Alexandr Rodchenko e molti altri per dar conto della straordinaria modernità dei movimenti culturali della Russia d’inizio Novecento: dal primitivismo al cubo-futurismo, fino al suprematismo, costruendo contemporaneamente un parallelo cronologico tra l’espressionismo figurativo e il puro astrattismo.

L’arte delle avanguardie russe è uno dei capitoli più importante e radicale del modernismo. Il periodo compreso tra il 1910 e il 1920 ha visto nascere, come in nessun altro momento della storia dell’arte, scuole, associazioni e movimenti d’avanguardia diametralmente opposti l’uno all’altro e a un ritmo vertiginoso.

“Il nostro obiettivo è mettere in luce quante e quali, e così diverse tra loro, arti nacquero in Russia tra i primi del Novecento e la fine degli anni ’30 – dichiara Evgenia Petrova – e anche riportare all’attenzione non tanto della critica o degli addetti ai lavori, quanto del pubblico, artisti rimasti un po’ nell’ombra, tipo Repin piuttosto che Petrov-Vodkin o Kustodiev, a causa dell’enorme successo avuto da altri quali Chagall, Malevich o Kandinsky che pure sono presenti in mostra. Chagall e Kandinsky nel ’22 se ne sono andati dalla Russia e quindi sono stati i primi a essere conosciuti in Europa mentre Malevich è diventato molto noto perché le sue opere sono state portate in Europa e nel 1955 sono state mostrate al Guggenheim di NY; mentre gli altri sono rimasti in Russia e negli anni ’30 venivano considerati formalisti e non venivano mostrati neanche in patria. La prima mostra di Petrov-Vodkin è stata fatta nel 1966 a San Pietroburgo al Museo di Stato Russo (Evgenia Petrova già lavorava lì! ndr) e la mostra, pronta da 6 mesi, non si è potuta aprire perché il potere centrale non era abituato a mostrare opere che non fossero sociorealiste così come imposto dal regime dal ’32 in poi”.

 

A latere dell’esposizione, in tutta la città, si svolgerà un ricco programma collaterale cui parteciperanno, in primis, l’Università degli Studi di Bologna e le principali istituzioni culturali cittadine. La grande mostra rappresenta infatti l’occasione per accendere i riflettori su una città che si presenta per la prima volta come un grande laboratorio in grado di lavorare su un tema comune e affrontarlo da molteplici punti di vista. L’esposizione e i temi, che implicitamente propone, saranno sviluppati in tutta la città da istituzioni, associazioni, commercio e realtà produttive, per attivare e valorizzare il territorio medesimo.

Un articolato progetto educativo a cura del Dipartimento educativo MAMbo, in collaborazione con Senza Titolo e CMS.Cultura, è in fase di sviluppo per soddisfare il pubblico delle scuole, delle famiglie e dell’utenza libera in un rapporto di partnership pubblico/privato per la definizione di best practice.

www.cmscultura.it www.mambo-bologna.org