Nuove opportunità e una rete di servizi per le donne: queste le azioni per il futuro del CIF Bologna

Carla Baldini, presidente CIF-Comitato Italiano Femminile di Bologna oggi interviene su Bologna da Vivere per raccontarci come è nata questa associazione al femminile e come porta avanti il suo impegno nella società di oggi, in particolare a Bologna.

Carla qual è lo scopo sociale del CIF?
Il CIF è un’associazione femminile nata come emanazione di quel gruppo di donne cattoliche che diedero vita ai gruppi di difesa della donna dopo l’8 settembre del 1943. I primi CIF si costituirono nel 1945 nell’Italia centrale già liberata, a Bologna nel marzo del 1946. Oggi il CIF, dopo aver partecipato ai momenti più importanti della storia politico sociale italiana, incoraggiando e sostenendo il movimento delle donne, rimane vicino alle tematiche femminili e, al momento, pone al centro del proprio interesse il lavoro della donna e la lotta ad ogni forma di violenza e prevaricazione, oltre a far fronte alle principali tematiche che ancora oggi possono interessare la vita della donna, come la gestione del tempo e del tempo libero.

Cosa è cambiato dal 1943 a oggi?
Moltissimo
.Tanto è stato fatto anche dal punto di vista legislativo dopo la legge 903 del 1977 sulle Pari Opportunità promossa da Tina Anslemi. I risultati ci sono anche se oggi ci pare che ci sia una tendenza all’impoverimento del confronto sociale e politico sulle tematiche della donna dovuto forse al fatto che vecchie e nuove generazioni comunicano attraverso canali e modalità diversi.
Occorre avviare un processo di sensibilizzazione per un confronto e uno scambio reciproco . All’interno del CIF alcuni gruppi di giovani promuovono la consapevolezza, il dialogo e la partecipazione non solo sulle tematiche della donna ma anche relative all’ambiente e ad altri temi che interessano, occupano e preoccupano le nuove generazioni.
La difficoltà sta nell’adeguarsi al nuovo modo di comunicare, di incontrarsi e scambiarsi opinioni dei giovani portando anche la nostra esperienza, non solo virtuale. Si potrebbe trovare e conquistare un equilibrio tra passato e presente per progettare il futuro.

Cosa si può fare ancora, di più e meglio, per aiutare le donne in questa società , indipendentemente dal ruolo che hanno?
Ritengo sia importante promuovere opportunità di incontro  tra associazioni che si occupano delle donne e rappresentati di categoria dei vari settori lavorativi al femminile per meglio incidere sulle istituzioni in modo da garantire alla donna una maggiore serenità nel lavoro e promuovere anche il diritto alla maternità ,che è vero è una libera scelta, ma se fatta andrebbe  sostenuta con una rete di servizi costante concreta più che con interventi una tantum che, a mio avviso, non bastano.

L’importanza della comunità…
Occorre favorire il concetto di comunità e favorire la relazione con gli altri; questo diventa un processo di educazione di formazione delle persone . Non c’è solo il lavoro ma c’è anche lo svago il tempo libero.

Lavoratrice e madre: conciliabile come?
La maternità non dovrebbe essere una rinuncia
, dovrebbe poter essere una libera scelta anche nella gestione del quotidiano, soprattuto lavorativo, ma non solo!.

Prossime azioni sul territorio bolognese del CIF?
Partendo dal Premio Tina Anselmi che verrà consegnato venerdì 11 in Comune e in Consiglio Comunale, CIF e UDI (Unione Donne Italiane) di Bologna intendono promuovere un tavolo di incontro tra associazioni che si occupano di donne e associazioni di categoria del mondo de lavoro per realizzare un  documento di proposte da portare davanti all’amministrazione locale per la creazione della rete di servizi e di nuove opportunità lavorative e di sostegno alle donne.

di Beatrice Di Pisa