Natale in Casa Cupiello al Pubblico di Casalecchio

Natale_okUn classico al Teatro Pubblico di Casalecchio. Martedì 8 e mercoledì 9 aprile alle 21 Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo con la regia e l’adattamento Fausto Russo Alesi. Ti segnalo che l’8 aprile dopo lo spettacolo c’è un INCONTRO CON FAUSTO RUSSO ALESI E LAURA MARIANI docente di Storia dell’Attore, Dipartimento delle Arti, Università di Bologna nell’ambito delle Pubbliche conversazioni dopo teatro

Fausto Russo Alesi è uno degli artisti più interessanti della scena italiana degli ultimi anni. Vincitore di numerosi premi, ha collaborato, tra gli altri, con Luca Ronconi e Eimuntas Nekrosius, mentre al cinema è stato diretto da Saverio Costanzo, Mario Monicelli, Roberto Andò, Silvio Soldini. A Pubblico il Teatro di Casalecchio di Reno egli presenta una singolare sfida, una prova d’attore in cui si misura con tutti i personaggi di Natale in casa Cupiello di Eduardo de Filippo in una sorta di “assolo” musicale. Nel testo di Eduardo infatti, Russo Alesi ha letto la tragica rappresentazione di una “moltitudine di solitudini, la storia di una non comunicazione che, attraverso la voce di un unico attore, può essere vivisezionata dal pubblico, facendo emergere tutte le tematiche del testo”.

La storia è nota: è il 23 dicembre e Luca Cupiello vuole fare il presepe più bello del solito e pretende che tutta la famiglia si unisca a lui. Ma sono tutti presi da altro: la moglie Concetta dalle faccende domestiche, il figlio Tommasino ostenta per il presepe un provocatorio disprezzo mentre la figlia Ninuccia è innamorata di un altro uomo ed è decisa a lasciare il marito che le hanno imposto i genitori. Ne nasce una amara commedia degli equivoci che travolgono Luca Cupiello: d’improvviso si rende conto della propria solitudine, delle incomprensioni, dell’estraneità che lo separa dai suoi e non è in grado di sopportarlo.

Natale in casa Cupiello, scritto nei primi anni Trenta è un testo ancora molto attuale in primo luogo per la sua stessa struttura, tutta giocata sul rapporto tra sogno e veglia, tra realtà e rimozione e, in senso più lato, tra nascita e morte. Una delle battute più frequenti di Concetta è “Lucariè, scetate!”, “Svegliati, Lucariello!”, battuta che, ovviamente va al di là del motivo, anche comico, della moglie petulante che vuole costringere Luca ad alzarsi perché sono già le nove. Luca dorme perché preferisce non vedere, ignorare i fallimenti dei figli, chiudere gli occhi su una famiglia in cui tutto è precario, in cui si vive sull’ipocrisia di relazioni fallimentari. Ma al di fuori della dimensione familiare, l’invito a “svegliarsi” va letto anche in chiave politica: la commedia fu scritta tra il 1931 e il 1934, in pieno fascismo. Svegliarsi avrebbe significato reagire alla dittatura mentre buona parte degli italiani, evidentemente avvezza a subire, si rifugiava come Luca Cupiello nel “presepe”. Eduardo ha recitato Natale in casa Cupiello per decenni, dagli anni Trenta agli anni Settanta del Novecento, sottolineando forse la colpevolezza di Luca: se nelle prime edizioni c’è un che di bambinesco, di infantile, nel suo rifugiarsi nel presepe, mano a mano che gli anni passavano, Eduardo ha via via evidenziato la responsabilità che Luca ha nel chiudere gli occhi sul mondo, nel raccontarsi le favole rifiutando la realtà, familiare – e di conseguenza sociale e politica – che lo circonda. Non è anche questo un tema attualissimo?

 

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