Natale in casa Cupiello al Teatro Duse

unnamedCosa c’è di più natalizio, di più classico, di più umoristico a teatro di “Natale in casa Cupiello”, primo capolavoro con il quale Eduardo riformò, assieme ai fratelli Titina e Peppino, il “teatro umoristico” al teatro Kursaal di Napoli, nel 1931. Attualissimo dopo oltre ottant’anni in omaggio al grande Eduardo, Tommaso Bianco con la compagnia della sua Scuola di Teatro il 18 dicembre alle ore 21.00 mette in scena al Teatro Duse il suo “Natale in casa Cupiello”, commedia sognata da Tommaso Bianco tra i vicoli di Napoli. Tommaso Bianco ha debuttato con Eduardo al Teatro Duse di Bologna nel 1968, proprio con “Filumena Marturano” e “Natale in casa Cupiello”.

Come ogni Natale, Luca Cupiello prepara il presepe fra l’indifferenza della moglie Concetta e il rifiuto del figlio Tommasino. Il clima di festa è turbato dai soliti litigi fra Tommasino e lo zio Pasqualino e dai problemi familiari di Ninuccia, la figlia, decisa a lasciare il marito Nicolino per l’amanteVittorio. Concetta riesce a dissuaderla e a farsi consegnare la lettera indirizzata al genero, ma Luca, che non sa nulla, la trova e gliela recapita. Quando i due rivali si trovano faccia a faccia al pranzo della vigilia lo scontro è inevitabile. Costretto a un repentino confronto con la realtà, Luca non regge e cade malato. Nel delirio finale scambia Vittorio per Nicolino e benedice l’unione
dei due amanti.
Eduardo De Filippo, nel 1936, così ebbe a definire la tormentata genesi di “Natale in casa Cupiello”: «Questo mio lavoro è stato la fortuna della compagnia, dopo Sik-Sik, s’intende. Ebbe la sua prima rappresentazione al Kursaal di Napoli; allora non era che un atto unico, ed è tanto strana la sua storia che vale la pena di raccontarla. L’anno seguente, al Sannazaro, teatro della stessa città, scrissi il primo atto, e diventò in due. Immaginate un autore che scrive prima il secondo atto e, a distanza di un anno, il primo. Due anni fa venne alla luce il terzo; parto trigemino con una gravidanza di quattro anni! Quest’ultimo non ebbi mai il coraggio di recitarlo a Napoli perchè pieno di amarezza dolorosa, ed è particolarmente commovente per me, che in realtà conobbi quella famiglia. Non si chiamava Cupiello, ma la conobbi».

TOMMASO BIANCO in
NATALE IN CASA CUPIELLO
di Eduardo De Filippo
con Silvana Amato, Francesco Apuzzo, Rosa Caccavale, Fabio Delena, Gabriele Di Dato, Claudia Grazioli, Antonio Masella, Renato Masi, Beatrice Pini, Roberto Sparano, Domenico Sgambato, Felice Spampanato, Susan Uliano
gruppo teatrale “LA RAGNATELA” – Scuola di Teatro TOMMASO BIANCO con CRISTINA PASSARO
Organizzazione e Amministrazione Rosa Caccavale
impianto scenografico Accademia Belle Arti di Bologna – Prof. Franco Savignano
scenotecnico Mariano Prodomo – tecnico audio-luci Vicco
assistente alla regia Carlo Picchi – regia Tommaso Bianco

Prevendite presso la biglietteria del Teatro Duse (dal martedì al sabato dalle 15 alle 19), nei punti prevendita Vivaticket.
Biglietteria e informazioni: Via Cartoleria, 42 | tel. 051 231836 – biglietteria@teatrodusebologna.it

PRESENTAZIONE DI TOMMASO BIANCO attraverso EDUARDO DE FILIPPO

«Sono nato a Napoli il 24 maggio del 1900, dall’unione del più grande autore-attore-regista e capocomico napoletano di quell’epoca, Eduardo Scarpetta con Luisa De Filippo, nubile. Da molto tempo, ormai, ho capito che il talento si fa strada comunque e niente lo può fermare, ma è anche vero che esso cresce e si sviluppa più rigoglioso quando la persona che lo possiede viene considerata ‘diversa’ dalla società, infatti, la persona finisce per desiderare di esserlo davvero, diverso, e le sue forze si moltiplicano, il suo pensiero è in continua ebollizione, il fisico non conosce più stanchezza pur di raggiungere la meta che si è prefissa. Mentre durante il fascismo avevo dovuto nascondere le verità sociali sotto il grottesco e l’assurdo per non essere censurato, adesso potevo parlar loro chiaro e cimentarmi nella forma teatrale alla quale da sempre avevo aspirato, che è poi la più antica: corrispondenza ideale tra vita e spettacolo, fusione ora armoniosa ora stridente tra riso e pianto, grottesco e sublime, dramma e commedia, abbandonando quell’artificio scenico che è la netta divisione fra farsa e tragedia. Mi domandavo: ma perché per oltre due ore il pubblico deve o solo ridere o solo piangere? E perché gli spettatori, mettiamo di Molière, accettavano le sue commedie tragiche – o tragedie comiche – e quelli di oggi non ci riescono? La risposta che mi diedi fu una sola: non c’è ragione valida, c’è solo l’uso , divenuto tradizione, di tale artificiosa divisione.
Chi ha cominciato l’arte, il teatro, come l’ho cominciato io, può dirsi fortunato. Però c’è questo: tutti possono recitare, tutti! Se hanno la ventura di essere figli d’arte allora possono vantare questo destino, quest’occasione: se no, se dai 15, 16 anni si comincia a praticare il teatro, tutti possono recitare, con qualunque voce, qualunque fisico, perché tutti sappiamo recitare.
Le teorie possono interessare gli studiosi del teatro, ma non gli attori. Il vero modo di imparare a recitare è recitare osservando la vita, l’umanità, i compagni di scena, sia i bravi che quelli che non lo sono.» Eduardo De Filippo
Ed io mi avvalgo di queste parole di Eduardo per confermare, qui a Bologna, un teatro di persone vere, di attori presi dalla vita, perché solo quelli possono dare la verità di cui oggi ha bisogno il nostro teatro. Tommaso Bianco

Tommaso Bianco è nato ad Arzano in provincia di Napoli il 22 settembre 1943 ed è cresciuto nel quartiere di Secondigliano. Agli inizi degli anni ’60 ha debuttato nel teatrino della chiesa di Piazza Capodichino in “Sik Sik, l’artefice magico” di Eduardo De Filippo. Dopo varie esperienze di teatro e di vita, tra il Teatro Club di Napoli e la permanenza per sei anni nell’Aeronautica Militare, debutta con Eduardo nel 1968 recitando con il maestro in quasi tutte le sue commedie, da “Filumena Marturano” a “Gli esami non finiscono mai”… Nella sua carriera ha vinto moltissimi premi per il Teatro, tra i quali il premio Girulà nel 2010, come protagonista di “Atto senza parole”, con la regia di Pierpaolo Sepe. Ha ricevuto il Premio Penisola Sorrentina 2005 con la motivazione: “Un attore di straordinaria umanità che sa far pensare, riflettere. E’ salito sulla carovana dei grandi maestri acquistando una proteiforme capacità drammatica, che sa essere contemporaneamente timida, umanistica, sfacciata, trasgressiva. Ma sempre intelligente.”