“NON BASTA UNA TRASMISSIONE RIPARATRICE RAI SI IMPEGNI A DIFFONDERE LA CULTURA DELLA DISABILITÀ”

logo_bdv_internet5.jpgDICHIARAZIONI CHOC DI ALDA D’EUSANIO

Lettera aperta di Fulvio De Nigris, direttore del Centro studi per la ricerca sul coma dell’associazione Gli amici di Luca, alla presidente della Rai Anna Maria Tarantola

Gentilissima Anna Maria Tarantola,
la trasmissione riparatrice annunciata per oggi dalla Rai con scuse e riflessioni su quello che è successo nei giorni scorsi (l’infelice appello di Alba D’Eusanio a sua madre rispetto alla storia di Max Tresoldi, che si è risvegliato da un coma lungo 10 anni: “Se dovesse accadermi quello che è accaduto a Max ti prego non fare come sua mamma, quella non è vita”), non basta.

Dietro l’uscita dell’ex conduttrice che ha avuto almeno il coraggio di dire qualcosa che, purtroppo, altri pensano senza dirlo, c’è l’indirizzo di un’azienda pubblica che ha cercato di spalmare la disabilità nei suoi palinsesti, con il risultato di diluirla fino quasi a farla scomparire. Trasmissioni come “Racconti di vita” di Giovanni Anversa, rubriche come “Abilhandicap” di Nelson Bova, sono solo un ricordo. Come la puntata di “Porta a Porta”, interamente dedicata alle storie di famiglie che accudiscono persone in stato vegetativo. È aumentata la sensibilità, ma non c’è cultura su questi temi, e in particolare sulle persone con esiti di coma o stato vegetativo. Se ne parla poco. Se non per la componente emozionale o aspettando il caso eclatante di turno per cavalcare la notizia. Ma anche quando ciò accade non è automatico affrontare il tema con obiettività. Voglio ancora ricordarle l’atteggiamento di Fabio Fazio che, nonostante il grande clamore sulla stampa suscitato da una puntata di “Che tempo che fa” sbilanciata sulle posizioni di Beppino Englaro e Mina Welby, ostinatamente rifiutò di raccontare anche le vite differenti di chi giorno per giorno combatte contro una società ostile.

Gentilissima Presidente, dobbiamo combattere l’ostilità, ma c’è un pericolo ancora più grande: l’indifferenza. Dietro e a fianco di Max Tressoldi c’è una famiglia tenace e determinata che ha avuto la forza di lottare e ci sono professionisti della sanità e associazioni che combattono per far valere i diritti di queste persone. Che sono gli stessi diritti sanciti dalla Costituzione. Faccio parte del “Tavolo sugli stati vegetativi e di minima coscienza” al ministero della Salute. Stiamo per completare un documento che verrà sottoposto al ministro della Salute e alle Regioni perché l’azione che tutti insieme bisogna compiere risponda veramente ai bisogni e alle necessità di migliaia di famiglie in condizione di estrema fragilità.

Quando oggi le luci si spegneranno, tutto tornerà come prima. Aspettando un’altra Alba D’Eusanio che dica qualcosa di scorretto. È la stessa luce che si spegne quando le famiglie dall’ospedale tornano a casa. Lì si apre un percorso riabilitativo di ritorno alla vita, che rimane nell’abbandono e non interessa a nessuno, se non ai diretti interessati e alla loro cerchia familiare e amicale. A meno che non ci sia un altro risveglio miracoloso o qualcuno urli, si incateni o parli di malasanità.

La Rai deve impegnarsi perché non sia più così. Accanto al Segretariato sociale, bisognerebbe ritornare a produrre trasmissioni, magari dedicando anche un canale satellitare al tema. Noi per le nostre competenze potremo aiutarvi. È un tema che fa paura, non fa audience? Siete un servizio pubblico. Potete fare quello che altri non fanno: dare valore al canone che paghiamo, per approfondire e rappresentare questa realtà, e non raccontarla solo quando fa notizia o scandalo.

La ringrazio per la risposta che vorrà darmi e la saluto cordialmente

Fulvio De Nigris
direttore del Centro studi per la ricerca sul coma – Gli amici di Luca onlus

Per informazioni:
Associazione Gli amici di Luca, tel. 051 6494570, sito web www.amicidiluca.it