Addio Lucio, mito Bolognese della musica Italiana

Quarant’anni di carriera portati  ancora a spasso con l’entusiasmo del debuttante. Il 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni e si trovava in Svizzera per una serie di concerti quando è stato stroncato da un infarto. Se ne va una colonna portante della musica  italiana. Un cantautore, un poeta, un mago. L’ultima apparizione risale all’ultimo Sanremo, dove, insieme a Pierdavide Carone, ha partecipato nel doppio ruolo di autore del brano ‘Nani” e di direttore d’orchestra. Incredula e piena di sgomento la reazione degli amici più stretti, dallo stesso conduttore del Festival di Sanremo, Gianni Morandi, a De Gregori, fino ad arrivare ai volti meno noti, i Bolognesi con cui Dalla condivideva amori, amicizia e passioni. Roberto Serra, bolognese doc, amico storico di Lucio Dalla e fotoreporter di professione, non voleva credere alle notizie che arrivano da Montreux:”L’ho sentito ieri sera, è vivissimo (…) Non è possibile,  stava benissimo, ed era felice, tranquillo, divertito e in pace con se stesso”. Un ricordo, tra i più commoventi, arriva da Pippo Baudo attraverso le telecamere di Sky: “Uno dei più grandi dolori della mia vita, quando mi portò Caruso si vergognava a farla, non voleva cantarla, ma poi lo convinsi: il brano è diventato un inno della musica. Stessa cosa per Attenti al lupo, si vergognava e lo convinsi a farci un balletto che realizzò con grande simpatia. Era un artista a tutto tondo: anche a teatro e nei musical. Era un uomo buono”. Musicista jazz, clarinettista, sassofonista, cantante e autore delle sue stesse canzoni: da 4 marzo 43 a Piazza Grande, da L’ultima Luna a L’anno che verra’, da Com’e’ profondo il mare a Dark Bologna, la stessa che stamane è stata irrimediabilmente privata dela sua presenza.