Venticinque anni dopo, la storia si ridipinge di biancoblù

Da Barcellona: Federico Frassinella
I CAMPIONI DELL’EUROPA SIAMO NOI
Al Montjuic il trionfo Fortitudo al 10°: vittoria 2-1,
siamo per la terza volta sul tetto d’Europa

BARCELLONA – Com’è dolce la sera, com’è piacevole il refolo di brezza che ci riporta ai piedi del colle dei sogni, il Montjuic di Barcellona, dopo che il destino ci ha issati sul trono più bello. Heidenheim battuto 2-1 dopo 10 inning di un incontro incredibile: siamo nuovamente Campioni d’Europa, dopo 25 anni di astinenza, dopo i titoli della Montenegro ’73 e della Beca ’85. L’UGF Assicurazioni scrive il suo nome nell’albo d’oro più importante, e può esplodere legittima la gioia degli ottanta eroi sulle tribune del Perez de Rosas.


Un clamoroso duello di lanciatori, difese strette e perfette, attacchi in confusione per nove riprese di 0-0. Nessuno si aspettava un Heidenheim così forte, così esperto, così galvanizzato dal successo della sera precedente. Cody Cillo e Markus Winkler sono due fuoriclasse, che hanno dato vita a uno spettacolo indicibile di lanciatori. Ha deciso la regola del tie-break, ma c’è voluto un carico di sofferenza pazzesco e un Victor Moreno di livello mondiale. Quando la pallina colpita da Angrisano, sull’1-1 a un out dalla fine del 10°, è caduta a terra dal guanto di Pali all’esterno destro, gli dei del baseball hanno voluto riportare a Bologna quel successo che ci ha fatto trepidare per un quarto di secolo.
Finisce così un’avventura favolosa, una delle stagioni più belle di sempre, condita da 68 partite giocate con un’intensità altissima, gioie e delusioni, fino agli ultimi atti: una finale scudetto sfuggita per un soffio, una Coppa Italia messa in bacheca e adesso il sigillo più atteso, e più ambito da tutti. Siamo, e con merito, Campioni d’Europa.

TUTTA LA PARTITA AZIONE PER AZIONE
Cillo apre con il doppio in campo opposto dell’ottimo Beck, ma Fornasari controlla bene una bella legnata di Lilly, Guhring va strikeout e Pali alza un altro fly innocuo. Il primo attacco bolognese, su Winkler (al posto dell’atteso Bergman), si apre con la base a Infante e la valida di Malengo: ma Ramos tocca in doppio gioco e Garabito colpisce una grounder sulla terza. Inizia il pitching duel: al 2°, Cillo stende Gruber, passa Weigl che però si fa cogliere in seconda, e Janzen batte su Santaniello. Risposta UGF: k Angrisano, Landuzzi tocca sul pitcher e Alaimo alza un fly a destra. Al 3°, dopo il groundout di Schaeffler e il bunt valido di Fusser, Beck batte in scelta difesa (magnifico Garabito) e Lilly va al piatto.
Non va meglio alla Fortitudo, perchè Winkler si occupa senza problemi di Fornasari, Santaniello e Malengo, mentre Infante aveva trovato un singolo interno infruttuoso.
4° inning: tre su tre giù per i tedeschi, solo una base ball per noi (Garabito) e nient’altro.
Al 5°, Cillo elimina con 10 lanci tre uomini e Winkler incassa il singolo di Alaimo su cui lavora male Lilly. Dopo la buona smorzata di Fornasari (cresce sempre meglio, partimonio splendido della Effe), Santaniello e Infante non hanno buon gioco e si resta 0-0.
Al 6° stesso copione, due attacchi rapidissimi. Idem per la settima ripresa, entrambi i partenti hanno lanciato poco e le difese si prodigano in interventi di grande efficacia, e in qualche caso (Infante e Landuzzi) spettacolari. All’8° Heidenheim riesce a rimettere un uomo in base (Schaeffler) con 4 ball, ma Angrisano raccoglie un flyout in foul e poi l’UGF spreca in attacco. È Malengo, con 2 eliminati e Santaniello in terza (era arrivato salvo su errore di Beck), a battere su Janzen che fa un ottimo out. Sale la tensione, siamo al 9° e al primo errore si paga dazio. Sale Milano per uno strepitoso Cillo (2 valide in 8 inning!), e sono subito tre out rapidi che rilanciano le ambizioni della Fortitudo. Peccato che l’instancabile Winkler continui la gara della vita ed elimini in fretta 3 uomini portando la finale all’extrainning.
Drammatica la 10° ripresa: si gioca con prima e seconda occupate e zero out. Milano affronta Beck, ci si aspetta il bunt e invece arriva la secca battuta a destra che cade davanti ad Alaimo e porta in vantaggio Heidenheim nel tripudio dei suoi trenta tifosi. Con corridori agli angoli nel box c’è Lilly, sul conto pieno un Milano tesissimo concede la base. La tragedia è vicina, ci sono i cuscini pieni e nessun out: solo un extraterrestre può uscire vivo da qui. L’alieno si chiama Victor Moreno. Primo avversario: Guhring, il catcher. Strike, strike, strike. Con tre autentiche fiamme. Fuori uno, ora c’è Matt Pali. Strike e poi ancora. Quindi un altro lancio al limite che l’olandese Kuipers chiama ball, poi dritta e swing a vuoto. Avanti un altro: Gruber. Batte il primo lancio, nel guanto di Moreno. Assistenza a Malengo e miracolo avvenuto.
Sotto 1-0, Nanni posiziona Santaniello in seconda e Infante in prima, col chiaro obiettivo di far smorzare Malengo per consegnare a Ramos la possibilità di firmare pari e vittoria. Ma Malengo tocca tre volte in foul ed è out per regolamento, occasione sfumata e disperazione sulle tribune. I tedeschi sono già pronti ad invadere il campo quando vedono Ramos che batte in possibile doppio gioco, c’è l’out in seconda ma Lilly tira malissimo, palla persa da Gruber e Santaniello vola a pareggiare, con Ramos che si spinge fino in seconda. Ci sono due out, ma siamo a due basi dalla vittoria della Coppa. Ci pensa Angrisano: lungo contatto a destra, il commovente Winkler spera che Pali arrivi su una palla che lo sta scavalcando (giocava inspiegabilmente molto corto), in effetti ci arriva alla disperata ma la sfera finisce in terra. Capannello attorno a Ramos sul piatto di casa base: 2-1, walk off.
Si stappi lo champagne. Domani la squadra farà ritorno all’aeroporto di Firenze Peretola, quindi a casa. Al “suo” Gianni Falchi, che inizia il suo letargo invernale con il sorriso più bello.