Bettie Page: The Original Pin Up

3. ©Bunny Yeager, 1954 Bettie Page, Courtesy of Michael Fornitz Collection
Fino al 29 settembre

ONO Arte Contemporanea presenta Bettie Page: The Original Pin Up – Michael Fornitz Collection, mostra che ripercorre la carriera di Bettie Page, definita “Queen of Pin ups”, modella che negli anni Cinquanta rivoluzionò̀ la fotografia erotica diventando icona di un’intera epoca e simbolo di uno stile ben definito.

Bettie Mea Page nasce nel 1923 a Nashville e sembra condurre la classica vita della “ragazza della porta accanto”, con una laurea in arte e un matrimonio con il fidanzatino del liceo. Nel 1949 però, a seguito del divorzio, Page si trasferisce a New York e comincia una carriera da segretaria. L’anno successivo, mentre cammina sulla spiaggia di Coney Island viene notata da Jerry Tibbs, avido fotografo nonché agente di polizia. Tibbs le dà il suo biglietto da visita e le suggerisce di tentare una carriera da modella nel settore delle Pin ups, offrendosi di realizzare il suo primo book fotografico. Prima d’iniziare a scattare Tibbs le suggerisce anche di cambiare il suo taglio di capelli, introducendo quella frangetta che diventerà poi un tratto distintivo del suo stile. Page inizia così a lavorare per quelli che erano definiti “Camera Club”, salotti fotografici il cui scopo doveva essere quello di promuovere la fotografia artistica di nudo, ma che in realtà non erano altro che coperture per quella che era vera e propria fotografie erotica. Nel 1951, grazie alla sua disinibizione, Bettie Page aveva ottenuto una certa fama nell’ambiente, lavorando con fotografi come Cass Carr e uscendo su riviste come Wink, Titter, Eyefull e Beauty Parade.

Nel 1952 inizia a lavorare con il fotografo Irvin Klaw e la sorella Paula ad una serie di fotografie con tematiche Pin Up e BDSM da vendere per corrispondenza, e saranno proprio queste immagini a farla diventare la più famosa modella bondage della storia. Oltre alle foto, i Klaw iniziarono anche a produrre una serie di film in 8 e 16 mm su commissione dei loro clienti: in queste pellicole, dei veri e propri cortometraggi muti, la Page e altre modelle in lingerie e tacchi alti, performavano scene di dominazione e sottomissione nelle più diverse sfumature. Durante le riprese di questi film, Klaw fece anche dei singoli scatti fotografici che divennero presto le immagini più iconiche e richieste di Bettie Page. La sua fama continua così a crescere e nel 1954 realizzerà quello che forse è considerato come il suo servizio più famoso, “Jungle Bettie”, in cui posa all’interno di uno zoo safari assieme a diversi animali esotici, per poi diventare, nel 1955, ̀ Coniglietta del Mese di gennaio per la rivista Playboy, che le dedicherà il paginone centrale e la consacrerà al grande pubblico.

Le immagini in mostra raccontano la storia di una donna che è stata non solo simbolo della sua epoca, ma anche la più celebre Pin Up della storia. Ma la storia di Bettie Page è molto più complessa di quello che si possa immaginare; le scelte così singolari – specialmente per gli anni Cinquanta – hanno da sempre dimostrato la sua indipendenza, oltre che la sua capacità di controllo sulla propria carriera, il proprio corpo, così come la propria vita. Bettie Page dunque è da considerarsi come una performer e una artista dotata di rara bellezza e oltre che di grande consapevolezza, che con il suo atteggiamento ha contribuito a cambiare la percezione e il trattamento delle donne all’interno dell’industria dell’intrattenimento.

Il cuore della collezione di Michael Fornitz è composto dal materiale personale della Page donato ad un amico alla sua morte. Queste immagini, per lo più inedite, mostrano una giovane Page a suo agio di fronte alla camera – anche prima di iniziare a posare professionalmente – attenta e alla ricerca di pose classiche, oltre che di dettagli più personali che di fatto la resero molto più che una semplice Pin Up, una ragazza da poster, ma vera e propria modella e icona di un’epoca.

In occasione del finissage della mostra, il 29 settembre, ci sarà un live acustico di www.thesoulrockets.com Olly Riva & The SoulRockets, in collaborazione con moscot.com MOSCOT e Velvet Lenses.

La mostra (29 agosto – 29 settembre 2015) è composta di 55 immagini originali provenienti dalla collezione di Michael Fornitz e da 20 immagini delle quali è stata realizzata la prima tiratura limitata.
Con il patrocinio del Comune di Bologna e della Fondazione Cineteca di Bologna.

Foto ©Bunny Yeager, 1954 Bettie Page
Courtesy of Michael Fornitz Collection

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