BOLOGNA CAPUT ARTIS. ART CITY E DINTORNI

di Simona Pinelli

Artefiera quest’anno si sposta dal tradizionale ultimo week end di gennaio a un inedito primo fine settimana di febbraio, ma il fervore a Bologna comincia prima molto molto prima. Ecco che, quindi, già dalla settimana precedente, moltissime sono le mostre, le performance e le iniziative da vedere.

Come al solito noi vi consigliamo quelle un po’ più nascoste e indipendenti, con qualche piccola digressione nella main section di Art City. In una connessione che si fa sempre più stretta tra gli off delle due fiere (Art City e Setup+), il week end dell’arte si allunga quindi per oltre due settimane; una manna per noi appassionati che già dal 20 di gennaio abbiamo cominciato a riempire le agende e preparare gli outfit giusti per ogni occasione, facendo anche un po’ di dieta post-natalizia per figurare al meglio.
Eh sì perché il 20 gennaio hanno aperto due mostre consigliatissime. Cominciamo dalla De’ Foscherari (Via Castiglione, 2/b, fino al 10/03) dove c’è Vedovamazzei con Unexpected Landscape; il prolifico e instancabile duo, composto da Simeone Crispino e Stella Scala, indaga il tema del paesaggio, analizzato da molteplici punti di vista, attraverso una vasta gamma di media, tra cui scultura, pittura e installazioni. Imperdibile alla Labs Gallery (Via Santo Stefano 38, fino all’8/03) Tutti nudi, a cura di Fulvio Chimento e Luca Ciancabilla, che propone una ricognizione sul writing con Dado, Joys, Rusty, CK8 e Suf! (Cuoghi Corsello). Annunciata da un avviso murario alla periferia di Casalecchio – eseguito da tutti i protagonisti, insieme–, la mostra tratta anche le pareti della Galleria come uno spazio urbano che viene invaso “da sopra a sotto” e “da destra a sinistra”, con gli artisti che hanno lavorato uno accanto all’altro, senza che tra le opere vi sia distanza fisica o percettiva.

Scavallato indenni il primo week end, partiamo spediti verso i fittissimi giorni clou. Il 27 gennaio inaugura a Fondoantico (Via de’ Pepoli 6/E) una mostra molto molto interessante, già dal titolo: Esprit Decadentisme: Ermeneutica di un parnassianesimo contemporaneo: 9 artisti per riflettere e riportare l’arte contemporanea a un significato perduto, dimenticato da tempo.
Dal 30 gennaio (fino al 18/02 a Palazzo Pepoli Campogrande, Via Castiglione, 7) è in scena l’incredibile SCART – Il lato bello e utile del rifiuto, progetto del Gruppo Hera a cura di Maurizio Giani e realizzata dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e Firenze, che si pone come scopo la sensibilizzazione su temi come la sostenibilità ambientale, il riuso e il riciclo. In mostra un Pinocchio alto 5 metri composto da migliaia di pezzi di pinocchietti in legno e l’installazione Business Wo/men. uomini e donne che “camminano” tra i visitatori, realizzate al 100% con materiali di scarto come filamenti e ritagli di pelle, cartone, cinture di sicurezza, sfridi di tessuto, vetro, legno, polistirolo e scaglie di plastica riciclata.
Il giorno dopo, 31 gennaio, siamo di nuovo in pista: alla Pinacoteca Nazionale (Via Delle Belle Arti 56, fino al 25/02) apre infatti Party Of Life. Keith Haring, A Vision, organizzata da Contemporary Concept con la curatela di Diana Di Nuzzo. Per i 60 anni della nascita del grande artista americano, una mostra eccezionale con più di 60 opere, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, molte delle quali inedite al grande pubblico; per conoscere meglio il celebre artista sono in programma visite guidate e laboratori tematici per scuole e pubblico di ogni età.

Giovedì 1 febbraio, poi, Studio la Città, presso lo spazio non convenzionale di Essse Caffè Store (Via Galliera 18/B), presenta Antenati Foreste della giovane artista Giorgia Severi, dedicata agli elementi naturali che hanno creato i territori in cui viviamo.
Venerdì 2 febbraio, oltre a segnalare l’apertura di Fruit Exhibition a Palazzo Re Enzo, eccoci a Palazzo De’ Toschi (Piazza Minghetti 4/D) per la personale di Erin Shirreff, la prima in Italia, composta da due opere inedite – un video e un gruppo di sculture – realizzate per l’occasione, che danno bene l’idea di quest’artista ormai famosa in tutto il mondo. Sabato 3 la sempre interessante P420 (Via Azzo Gardino, 9 fino al 31/03) presenta Foreign Bodies, doppia personale degli artisti John Coplans e June Crespo, incentrata sull’indagine del rapporto tra corpo e rappresentazione.

Infine qualche consiglio per arricchire ulteriormente la vostra Art City White Night, metti caso che abbiate paura di annoiarvi: si potrebbe perciò cominciare la serata già dalle 18.00 – presso la mostra Scart a Palazzo Pepoli Campogrande – con la performance Waste Anatomy in cui l’artista Angela Nocentini coinvolgerà il pubblico nella realizzazione di un’opera d’arte SCART dal vivo; si potrà poi fare una pausa alle 22 comodamente seduti al Teatro Testoni per la prima italiana di Dökk, live-media performance dello studio fuse*; dalla main section di Art City, mentre sgambettate qua e là, consigliamo di fare un salto – sono veramente 30 secondi- a vedere la video-installazione La malattia del ferro di Yuri Ancarani – all’interno della cappella decorata da Tremlett incastonata nei muri di Palazzo Re Enzo – e poi correte veloci ad ammirare The Grandfather Platform, un progetto site specific di Luca Pozzi per la Sala dei Carracci di Palazzo Magnani (Via Zamboni 20); dopo, con un ultimo colpo di reni, arrivate a Palazzo Vizzani Sanguinetti (via Santo Stefano 43) per vedere Juggernaut Project, installazione del poliedrico Zino: 11 lightbox che sondano il rapporto intimo tra antico e contemporaneo.

Mentre girate, comunque, consiglio a tutti di cercare Vedere a Bologna e dintorni supplemento del Giornale dell’Arte con tutto quello che c’è in giro nel periodo di Artefiera, in distribuzione gratuita. Lo trovate un po’ dappertutto, ed è una vera e propria Baedeker per orientarsi in questa foresta di eventi, in cui però, credetemi, è anche bellissimo naufragare, lasciandosi trasportare da gambe – se reggono – occhi – se sanno vedere – e cuore – che non può non sentire.

Simona Pinelli. Storica dell’arte, si occupa da oltre 25 anni di didattica e di divulgazione dell’arte e della cultura per infanzia e gioventù collaborando con aziende, istituzioni, musei, enti pubblici e privati, per i quali ha sviluppato e coordinato oltre 200 progetti tra cui una collana di libri e un mensile d’arte. Da quasi 12 anni è Presidente di ComunicaMente, con cui scrive articoli e saggi in riviste e cataloghi e organizza eventi e mostre d’arte con forte taglio divulgativo. Dal 2017 si occupa dei Servizi Educativi di Genus Bononiae. Quando riesce, canta in un gruppo blues, legge compulsivamente e attraversa la città come una forsennata per accompagnare il figlio quindicenne che è più impegnato di un capo di stato.