Uno bianca, le iniziative per ricordare le vittime della “lunga strage”

Il prossimo 13 ottobre, in occasione della giornata dedicata alla memoria di tutte le vittime della Uno bianca, il Teatro Auditorium Manzoni di Bologna ospiterà un evento speciale intitolato “Uno bianca: la lunga strage”.

Piantiamolamemoria e Giostra Film – in collaborazione con l’associazione familiari delle vittime e con il patrocinio del Comune di Bologna e dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna – ha chiamato a raccolta alcuni testimoni d’eccezione (giornalisti e scrittori) per partecipare ad un racconto corale di una vicenda che, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, ha insanguinato e sconvolto l’Emilia-Romagna e il suo capoluogo in particolare: Alberto Gagliardo, Gianni Leoni, Carlo Lucarelli, Maurizio Matrone, Giampiero Moscato, Carmelo Pecora, Stefano Tura.

“Noi vogliamo tenere vivo il ricordo, in particolare per le giovani generazioni, attraverso la scuola – sottolinea il Sindaco Virginio Merola -. La bella iniziativa di quest’anno, che nella serata al Manzoni ricostruisce il contesto della ‘Lunga strage’ e mantiene viva una documentazione adeguata per le giovani generazioni, diventerà un cd che sarà utilizzato come materiale didattico nelle scuole”.

L’evento a cura di Antonella Beccaria e Riccardo Lenzi, per la regia di Riccardo Marchesini, racconterà – anche grazie a materiali d’archivio che Ansa e Teche Rai Emilia-Romagna hanno gentilmente messo a disposizione – la storia di 24 vittime innocenti, di 102 feriti e di 103 azioni criminali.
Sono i numeri che in setti anni e mezzo, dal giugno 1987 al novembre 1994, segnano una storia criminale che ha attraversato Bologna estendendosi verso la Romagna e le Marche. È la storia della banda della “Uno Bianca”, assassini efferati; di investigatori che per tanto tempo commettono errori; di depistaggi; di persone assassinate a sangue freddo, senza motivo alcuno. Oggi, nonostante gli ergastoli comminati e le zone d’ombra che ancora aleggiano sulla “Uno bianca”, alcuni dei sei componenti del gruppo criminale – cinque dei quali erano poliziotti – aspirano alla libertà. Interrogando le coscienze degli italiani.