LabOratorio di San Filippo Neri: il programma da febbrio a giugno

Si apre il 9 febbraio la seconda stagione dell’Oratorio di San Filippo Neri
Oltre 60 gli appuntamenti gratuiti: tornano le prestigiose collaborazioni con Bologna Festival, Musica Insieme e la Società editrice Il Mulino. Prosegue la felice iniziativa attivata con I Wonder Pictures e Biografilm Festival che, dopo aver trasformato l’Oratorio in un Pop Up Cinema, a giugno utilizzerà il palcoscenico per gli appuntamenti live della kermesse. E tornano anche i progetti under 35 di Kepler 452, questa volta impegnati a rievocare i Comizi d’amore di pasoliniana memoria. Nuova è invece la collaborazione con i ricercatori dell’Università di Bologna chiamati dalla Fondazione del Monte a portare in scena la narrazione del loro percorso di scoperta in tre appuntamenti che li vedranno protagonisti.

 

Il sipario si alza giovedì 9 febbraio alle 20,30 con il concerto di Fontanamix Ensemble nell’ambito della stagione di Musica Insieme/Mico.

E’ la stampa bellezza! Il mestiere di informare
In occasione della riapertura del Master in giornalismo dell’Università di Bologna, sono stati chiamati quattro giornalisti ad affrontare sotto ottiche diverse la loro professione. Beppe Severgnini ragionerà provocatoriamente attorno al tema Servono ancora i giornalisti?; Stefano Feltri analizzerà L’economia dell’informazione; l’affidabilità della comunicazione in rete sarà al centro del dibattito con Luca Sofri mentre Giovanni De Mauro esporrà il percorso atipico del periodico che dirige, L’Internazionale.
Alle serate è prevista la partecipazione, in qualità di intervistatori, dei giovani iscritti al Master. Ogni incontro è riconosciuto dall’Ordine dei Giornalisti come momento formativo per la categoria.
A chiudere il ciclo, Aldo Cazzullo, impegnato nella conferenza/spettacolo tratta dal suo libro Le donne erediteranno la terra in cui spiegherà perché, dal suo punto di vista, questo sarà il secolo del sorpasso delle donne sull’uomo. Con lui sul palco, ad evocare le eroine di cui narra, l’attrice Chiara Francini.

C’era una volta
Allo stesso tempo un Festival e un momento di incontro e inclusione che vede al suo centro le favole, Mamme narranti vede sullo stesso palco artisti e mamme, medici, scienziati e intellettuali, per sottolineare e recuperare il valore del racconto e della voce materna e per coltivare l’idea di un mondo più accogliente. Lo spunto è stato l’esperimento che Andrea Satta – voce della band dei Têtes de Bois, scrittore e pediatra – porta avanti da anni nel suo ambulatorio: una volta al mese invita le mamme di tutte nazionalità a una merenda per raccontare la favola con cui si addormentavano da piccole. A Bologna, insieme alle mamme narranti, ci sarà Elasti, blogger e scrittrice di avventure materne, ed altri ospiti a sorpresa. Le favole saranno tratteggiate da Sergio Staino.
E parlando di favole il riferimento antico e attualissimo è ‘Lo Cunto de Li Cunti’ di Giambattista Basile, scrittore del Seicento unico nel suo genere, riportato in auge da Matteo Garrone al cinema in Tales of tales. Per la prima volta viene affrontato da una cantautrice di carattere ed estro come Teresa De Sio che ne offre la sua particolarissima chiave di lettura.

Gli epistolari
Uno dei pochi retaggi dei passati mezzi di comunicazione rimasti nella società contemporanea è l’epistolario. Certo, ci si scrive con email, twitter, facebook, ma la sostanza non cambia: ci si scrive più di quanto non ci si parli. Ecco allora l’idea di dare voce ad alcune corrispondenze famose, per scoprire quanto riescano a illuminare sul carattere di chi vi si affida. Ivano Marescotti svela un Antonio Gramsci lucido e determinato nei giudizi ma al tempo stesso capace di tenerezze e dolcezze infinite nei confronti della famiglia. Maria Amelia Monti racconta il delicato rapporto tra i genitori adottivi e i loro figli.
Gioele Dix e Rita Pelusio interpretano due dei personaggi del romanzo epistolare di Paola Mastrocola L’esercito delle cose inutili tracciando con poesia due passaggi nodali dell’esistenza, quello dall’adolescenza all’età adulta e dall’età adulta alla vecchiaia. Lella Costa, infine, dà mille sfumature alle tante lettere del cuore che la giornalista Natalia Aspesi ha ricevuto negli ultimi 30 anni: tradimenti, trasgressioni, paure, pregiudizi.

Omaggio a García Lorca
“La poesia non cerca seguaci, cerca amanti”. A 80 anni dalla morte, un omaggio al grande poeta e drammaturgo spagnolo. Si comincia con un recital in cui la poesia incontra la musica a cura di Gabriele Via e Valentino Corvino e si prosegue con i canti d’amore del Romancero Gitano di Amarcanto. Roberto Latini invece compie un viaggio nelle ‘lettere scritte con la mano sinistra, che è la mano del cuore’ sotto il bel titolo Lasciate le mie ali al loro posto.

Le metamorfosi
Si parla molto d’amore in questa stagione del LabOratorio.
E lo si fa partendo dalle origini con il ciclo curato dalla Società editrice il Mulino Le metamorfosi. Racconti d’amore narrati duemila anni fa. Narciso, Medea e Vertumno sono i personaggi attorno cui ruotano i tre incontri sostenuti dalle letture di Silvio Castiglioni. Intervengono Mario Lentano, Giuseppe Pucci, Maurizio Bettini.

La ricerca in scena
Cosa precede la scoperta di un sito archeologico, di una nuova molecola o di un sistema di segni alfabetici? Come si arriva alla scoperta scientifica? Ce lo spiegano loro, i ricercatori dell’Università di Bologna, attraverso una narrazione che con l’ausilio di luci, video, contributi sonori, filmati e azioni sceniche, ci guidano dentro i meandri del loro percorso di studio. Tre i temi trattati: Marzabotto e Pompei, i crateri di Panarea e la storia della terra … a colori.

Comizi d’amore
A 50 anni di distanza dal film-documentario ‘Comizi d’amore’ di Pier Paolo Pasolini, parlare di sessualità rimane difficile. Kepler-452, giovane compagnia ideatrice anche del Festival 20-30, proverà a portare in scena gli abitanti di tre diverse comunità bolognesi, profondamente disomogenee fra loro, ponendo le stesse domande di quei comizi e altre ancora più contemporanee.

Libri in scena
Il LabOratorio non è un teatro ma è un luogo scenico e quello che vi si programma deve essere racconto, narrazione, rappresentazione. Ecco quindi che anche la presentazione di un libro diventa spettacolo. Tre quelle in programma: Syusy Blady e Felice Vinci raccontano ‘Il meteorite iperboreo’ (ed. Pendragon) avvalendosi della verve del moderatore d’eccezione Patrizio Roversi; la collaborazione tra Bologna Festival e la Società editrice Il Mulino consente l’incontro eccellente tra Mario Brunello e Gustavo Zagrebelsky che hanno dato alle stampe “Interpretare. Dialogo tra un musicista e un giurista”.
Infine torna il critico d’arte Costantino D’Orazio per intrattenerci sui misteri della sua “Roma segreta”, narrati in forma di romanzo, in uscita a maggio per Sperling&Kupfer.