Mostra “Algardi, Bernini, Velázquez: tre ritratti a confronto”

file 003 Diego Velázquez (1599-1660), “Ritratto di uomo”, Roma, Pinacoteca Capitolina

file 003 Diego Velázquez (1599-1660), “Ritratto di uomo”, Roma, Pinacoteca Capitolina

Collezioni Comunali d’Arte Piazza Maggiore 6, Bologna
Fino al  28 maggio 2017

L’Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con i Musei Capitolini di Roma, espone per la prima volta un dipinto di Diego Velázquez (1599-1660).
Fino al 28 maggio 2017 sarà infatti visibile presso la Sala Urbana delle Collezioni Comunali d’Arte il “Ritratto di uomo” della Pinacoteca Capitolina, che la critica ha supposto possa essere un autoritratto del celebre artista spagnolo.

L’arrivo del quadro a Bologna, che offre anche l’occasione per ricordare il passaggio dello stesso grande pittore spagnolo nella nostra città nel corso del suo primo viaggio in Italia (1629- 1641), presta lo spunto per costruire un breve percorso su alcuni momenti della storia del ritratto nella Roma della prima metà del Seicento, in cui si assiste ad una nuova formulazione di questo specifico genere artistico, destinata a grande fortuna.

La mostra, a cura di Massimo Medica e Mark Gregory D’Apuzzo, accosta infatti allo straordinario dipinto dell’artista spagnolo due opere dei Musei Civici bolognesi, ugualmente significative: il “Busto di papa Gregorio XV” (1621-1622) di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), esemplare in bronzo derivato dal prototipo in marmo richiesto dal cardinal nipote Ludovico Ludovisi in occasione della salita dello zio al soglio pontificio, e la “Testa di San Filippo Neri” (realizzata intorno al 1640) di Alessandro Algardi (1595-1654), modellata in cera rossa e ricavata dalla maschera funeraria del Santo conservata nella chiesa della Vallicella a Roma.
Tre ritratti, dunque, uno in pittura e due in scultura.
La mostra prende avvio con il “Busto di papa Gregorio XV”, abitualmente custodito presso il Museo Civico Medievale, che è riconosciuto dalla critica come un’importante documento dell’attività di Bernini, in quanto si pone agli esordi delle ricerche formali dello scultore che lo condurranno negli anni Trenta del Seicento a formulare il cosiddetto «ritratto parlante»: un ritratto cioè capace di creare l’illusione del movimento e della vitalità del modello. L’invenzione e l’esecuzione del prototipo in marmo di questo busto si colloca fra la data della salita al soglio pontificio di Gregorio XV (9 febbraio 1621) e la nomina di Gian Lorenzo Bernini a cavaliere, per il merito acquisito nell’aver scolpito il ritratto del nuovo papa (30 giugno 1621). Il prototipo è noto in altre tre versioni in bronzo (Parigi, Musée Jacquemart-André; Pittsburgh, Carnegie Museum of Art; Genova, Palazzo del Principe, Villa Doria Pamphili), e in una in marmo (Toronto, Art Gallery of Ontario), ritenuta tuttavia opera dell’atelier del grande scultore.

Stando alle fonti, il modello originale in marmo – ad oggi non rintracciato – avrebbe soddisfatto il neo eletto papa tanto da spingerlo ad onorare lo scultore con il conferimento della croce di Cavalierato di Cristo, posta «in petto» a Gian Lorenzo dallo stesso Gregorio XV, «di proprie mani», «con ricca catena d’oro al collo».
L’invenzione, di grande successo, sarebbe stata replicata in «metallo» dallo stesso artista, come attesta una fonte vicina a Bernini, il biscugino Francesco, in una memoria del 1622.
Entro tale anno è verisimile dunque situare la realizzazione del nostro busto.
La mostra prosegue poi con il dipinto di Velázquez “Ritratto di uomo”, che reca testimonianza del ruolo svolto dal pittore spagnolo nel processo di evoluzione della ritrattistica.
Un dialogo alla pari fra scultura e pittura nel genere del ritratto si inaugura infatti intorno al 1629, quando Velázquez giunge nella capitale, avendo ricevuto il permesso di Filippo IV di lasciare Madrid per un soggiorno in Italia, che durerà fino al 1631. Per nove mesi, dal gennaio del 1630, il pittore spagnolo abita in Vaticano, protetto dai Barberini.

Non è chiaro se già a questa fase, o alla successiva permanenza a Roma nel 1649-1650, quando viene accolto nell’Accademia di San Luca tra i «Virtuosi» del Pantheon, possa risalire il dipinto esposto.
Pur giocato su una scala cromatica ridotta, il ritratto è una prova della penetrante abilità introspettiva del pittore: contro uno sfondo sommario, la resa impressionistica del volto lascia focalizzare l’espressione vigile dello sguardo, che instaura con quello dello spettatore un rapporto diretto.
La nuova sensibilità espressa nel genere del ritratto, attraverso i vertici raggiunti da Bernini e Velázquez, incontra grande successo nel corso del secolo e trova applicazione anche nel modo di affrontare il soggetto sacro.
Ne è esempio la testa in cera del Museo Davia Bargellini, che chiude l’esposizione, opera di Alessandro Algardi.
Ingiustamente ancora poco nota, ma di forte intensità spirituale, la testa è ricavata dalla maschera funeraria del Santo, conservata nella chiesa della Vallicella a Roma, e si inserisce nello studio condotto dallo scultore sul carismatico volto di Filippo Neri, canonizzato nel 1622. L’opera è stata avvicinata dalla critica al busto in bronzo di Providence (Rhode Island School of Design), datato sul retro 1640: la datazione può essere congrua anche per la nostra testa in cera, di cui non è nota la provenienza.
Un ciclo di conferenze, che si svolgeranno durante il corso della mostra, consentiranno di illustrare con maggior ampiezza le vicende della storia del ritratto a Roma, di cui le opere esposte sono una testimonianza diretta.
Diego Velázquez (1599-1660) a Bologna
Velázquez passò da Bologna almeno tre volte: la prima in occasione del suo primo viaggio in Italia nel 1629. L’itinerario prevedeva la visita a Venezia, Ferrara, Bologna, Firenze, Roma e Napoli. In quella occasione si recò a Cento, forse accompagnato dal cardinale Sacchetti, dove

incontrò il Guercino. In seguito il pittore passò a Bologna dove era ospite del Cardinale Bernardino Spada. Alcuni anni più tardi (1649-1651), in occasione del secondo viaggio in Italia, il pittore passò nuovamente da Bologna; secondo Palomino due volte: nel 1649 e poi nel 1650. La prima volta venne ospitato in Palazzo Segni in Strada Maggiore. Il Palomino ricorda che nel 1649 fu dal conte Segni «muy agasajato el tiempo che se detuvo en Bolonia. y quando entrò en ella, le saliò a recibir con otros caballeros en coches mas de una milla de la ciudad». Secondo alcuni studiosi in quella occasione il pittore cominciò a dipingere il ritratto di Cristoforo Segni, maggiordomo pontificio, oggi conservato in una collezione privata svizzera.
Scheda tecnica
Titolo mostra
“Algardi, Bernini, Velázquez: tre ritratti a confronto” A cura di Massimo Medica e Mark Gregory D’Apuzzo.
La mostra è realizzata da Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica in collaborazio- ne con i Musei Capitolini di Roma.
Sede e informazioni
Collezioni Comunali d’Arte
Piazza Maggiore 6 – 40121 Bologna tel. tel. +39 051 2193998 / 2193631 museiarteantica@comune.bologna.it www.museibologna.it/arteantica Facebook: Musei Civici d’Arte Antica Twitter: @MuseiCiviciBolo
Periodo
27 novembre 2016 – 28 maggio 2017
Inaugurazione
sabato 26 novembre 2016, ore 17.30
Orari di apertura
dal martedì al sabato: ore 9 > 18.30
domenica e festivi: ore 10 > 18.30
chiuso lunedì feriali, Natale, Capodanno e 1° maggio
Ingresso
Biglietto museo: € 5,00 intero / € 3,00 ridotto

FOTO
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Diego Velázquez (1599-1660), “Ritratto di uomo”, Roma, Pinacoteca Capitolina