BOWIE L’EUROPEO: Fotografie di Philippe Auliac

© Philippe AuliacOpening, giovedì 10 novembre, dalle ore 19.30
Biblioteca di San Giorgio in Poggiale
Via Nazario Sauro, 22 – Bologna

ONO Arte Contemporanea in collaborazione con Genus Bononiae presenta BOWIE – L’EUROPEO: Fotografie di Philippe Auliac, una mostra fotografica di Philippe Auliac che ripercorre quel periodo degli anni settanta in cui David Bowie divenne da rock star mondiale in continuo movimento, un comune cittadino d’Europa senza più maschere o personaggi da interpretare.

Qualche anno fa Bowie disse che, pur vivendo a New York da 20 anni si sentiva profondamente europeo. Un sentimento che ha sempre nutrito e che si è rafforzato nei maledetti anni durante i quali ha vissuto a Los Angeles, soffocato dai demoni della cocaina e dalla paranoia dell’esoterismo e della magia nera, e dalla stanchezza di una performance continua che durava ormai da più di 5 anni. In auto, nelle assolate highway californiane, ascoltando ininterrottamente Autobahn dei Kraftwerk, Bowie iniziare a teorizzare il proprio ritorno in Europa. Non nella sua città natale ma in un luogo simbolo per il mondo intero: la Berlino divisa tra Est e Ovest, tra Capitalismo e Comunismo nella quale il muro crea la frizione necessaria a far si che possa inventarsi una rivoluzione culturale proprio mentre a Londra, un’altra rivoluzione culturale, il Punk, stava cambiando il panorama delle sottoculture giovanili e non.
Prima di stabilirsi a Berlino però Bowie viaggia in treno per tutta l’Europa, da Amsterdam a Bruxell a Stoccolma e fino alle porte di Mosca. A Parigi si ferma per registrare LOW e finalmente a Berlino riesce a salvare se stesso da dalla droga e a rilanciare le sua carriera musicale, con due album che entreranno nella storia, Heroes e Lodger.
Già in Station to Station Bowie canta nella canzone che apre il disco, “è troppo tardi per essere odiosi, il Canone europeo è qui”. Frase che si presta a molte interpretazioni ma che, allo stesso tempo, è un gesto d’amore verso la culla della civiltà moderna, con le sue contraddizioni e i suoi valori che tuttora tengono in piedi non solo il mondo occidentale.
Questo passaggio nella carriera di Bowie è rappresentato in mostra attraverso 20 scatti di Philippe Auliac tra Danimarca, Francia, Inghilterra e Germania nel periodo d’oro a metà degli anni 70 quando Bowie, smettendo i panni della star del glamour, prende residenza nel luogo in cui nasce la storia più cupa del XX secolo. Ad accompagnare le foto di Auliac saranno anche presenti in mostra alcune immagini di Jan Persson, Ian Dickson e rari materiali di archivio dell’etichetta RCA e Arista, nonchè i poster originali dei due film girati da Bowie negli anni ’70, L’uomo che cadde sulla terra e l’inedito Ziggy Stardust.