La vita di Aung San Suu Kyi

arenaAll’Arena il 21 e 22 novembre

Il Teatro delle Albe guarda a Oriente per raccontare la vita di Aung San Suu Kyi, per oltre 20 anni agli arresti domiciliari sotto la dittatura militare birmana, Nobel per la pace nel 1991, che pochi giorni fa ha trionfato nelle prime elezioni libere in 25 anni nel suo paese.
A partire dalla figura di questa donna mite e determinata, interpretata da Ermanna Montanari, la scrittura di Marco Martinelli si allarga a una riflessione sul mondo contemporaneo.

«Tutto parte dalla domanda con cui si apre questa Vita: è distante la Birmania? Evidentemente no. È “poco lontano da qui”, come ogni luogo del pianeta. La Birmania nella nostra Vita è una maschera per parlare anche di noi. Si racconta il lontano per trovarlo sorprendentemente “prossimo”. L’estate scorsa siamo andati fin là, in quell’estremo oriente che non avevamo mai attraversato, perché il nostro pensare lo spettacolo si sostanziasse di colori, umori, sguardi. Materia. Differente, simile, fraterna umanità. Siamo capitati nella stagione dei monsoni, piogge torrenziali, fiumi di fango. Buio. Squarci d’oro delle pagode.
C’è qualcosa di scandaloso nella vita di Aung San Suu Kyi: la mitezza d’acciaio, la compassione, la “bontà”, un termine che avrebbe fatto storcere il naso a Bertolt Brecht. La “bontà” intesa come la intende Aung San Suu Kyi, e come prima di lei una teoria di combattenti, da Rosa Luxemburg a Simone Weil, da Gandhi a Martin Luther King, da Jean Goss a Aldo Capitini, (più i tanti, innumerevoli “felici molti” di cui ignoriamo il nome), è scandalo in quanto eresia, ovvero, etimologicamente, scelta: si sceglie di non cedere alla violenza, alla legge che domina il mondo, si sceglie di restare “esseri umani”: nonostante tutto. Interrogarci sulla vita di Aung San Suu Kyi ha significato interrogare il nostro presente: cosa intendiamo per “bene comune”? Per “democrazia”? Cosa significano parole come “verità e giustizia”? Ha senso usare queste parole, e come? Non sono ormai usurate, sacrificate sull’altare della chiacchiera dei media? O hanno senso proprio partendo dalla volontà di un sereno, paradossale, gioioso “sacrificio di sé”? Di un silenzioso, non esibito eroismo del quotidiano? Di un cercare nel quotidiano “ciò che inferno non è”, e dargli respiro, spazio, durata?» Marco Martinelli

VIENI E VEDI, CITTÀ, LA TUA GIOIA TI ATTENDE
Il verso che intitola questa personale conclude una delle opere teatrali più potenti di tutto il Novecento: Venezia salva, “tragedia incompiuta” di Simone Weil. È un’opera incentrata sul cinismo della politica, sulla spietatezza del potere: in essa però, il “sacrificio” di Jaffier, un mercenario seicentesco che all’improvviso “vede” la bellezza della città che con i suoi compagni si sta preparando a distruggere, e si “converte”, si rifiuta al massacro, volge la tragedia annunciata in una luce imprevista. Il testo della Weil, magnificamente tradotto da Cristina Campo, illumina il destino di tutte le città, costruzioni dell’uomo sempre in bilico tra prosperità e rovina, tra accecamento e irruzione della grazia. Quel verso è cantato da Violetta, l’innocente adolescente che esalta il giorno festoso che nasce, ignara dell’abisso in cui stava precipitando.
Abbiamo scelto questo verso abbagliante perché esprime, insieme alla visione attuale e necessaria della filosofa francese, quanto il teatro debba saper guardare attraverso il male per far affiorare l’armonia. Il teatro, quando non abdica alla propria “natura”, è un’arte coraggiosa, non teme di evidenziare le crepe che fanno sofferente il vivere degli uomini: allo stesso tempo, è sempre a una festa degli occhi e del cuore che invita i cittadini.
Marco Martinelli, Ermanna Montanari

21 NOVEMBRE, ORE 19.30
22 NOVEMBRE, ORE 16

Teatro delle Albe
VITA AGLI ARRESTI DI AUNG SAN SUU KYI
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari

con Ermanna Montanari, Roberto Magnani, Alice Protto, Massimiliano Rassu
incursione scenica Fagio

musica Luigi Ceccarelli
scene e costumi Ermanna Montanari
assistente ai costumi Roberto Magnani
luci Francesco Catacchio, Enrico Isola
regia MARCO MARTINELLI

produzione TEATRO DELLE ALBE/RAVENNA TEATRO
in collaborazione con EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

Info e biglietteria Arena del Sole e Teatro delle Moline
c/o Arena del Sole: dal martedì al sabato ore 11-14 e 16.30-19
Via Indipendenza 44 Bologna – 051.2910910 – www.arenadelsole.it