Bologna perde Maraniello che va al Mart

Museo Morandi foto R.Monti

Museo Morandi foto R.Monti

QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULL’ISTITUZIONE MUSEI
L’assessore  alla  Cultura Alberto Ronchi, nella seduta odierna di Question
Time,  ha  risposto  alla  domanda d’attualità del consigliere Piazza (M5S)
sulla direzione dell’Istituzione Musei.

La domanda del consigliere Piazza
“Alla  luce  delle  notizie apparse sulla stampa sulla nomina di Gianfranco
Maraniello  a  direttore del Mart con il conseguente abbandono della carica
di direttore dell’Istituzione Musei; pongo la seguente domanda di attualità
per  sapere  dal Sindaco e dalla Giunta quali sono le valutazioni politiche
su  questa  vicenda  e per sapere dal Sindaco e dalla Giunta come valuta la
proposta  emersa dai lavoratori dell’Istituzione relativa alla nomina di un
coordinatore interno”.

La risposta dell’assessore Ronchi
“Comunico  che  la  ricognizione  interna  è già partita e terminerà oggi a
mezzanotte.  Noi  non  siamo  vacanti,  perché  le  parole  hanno  un  loro
significato perché il dottor Maraniello rimarrà in carica fino al maggio di
quest’anno,  quindi  noi  abbiamo un direttore fino a maggio di quest’anno.
L’amministrazione  si  sta  impegnato  a  trovare una soluzione prima della
scadenza  dell’incarico  del  dottor Maraniello. E’ partita la ricognizione
interna, vedremo il risultato alla mezzanotte, si vedrà martedì in giunta e
si deciderà qual è l’iter anche perché non so se ci sono internamente delle
richieste  oppure no, a seconda se ci sono o no delle richieste, martedì si
deciderà come proseguire questo iter.

Per  quanto riguarda le proposte io leggo volentieri tutte le proposte come
leggo  volentieri  tutti  gli  articoli che escono, come leggo volentieri i
titoli  dei  giornali  molto  spesso,  ahimé – poi capisco ognuno fa il suo
mestiere – più urlati che ragionati e quindi fuorvianti. Io ho ricevuto una
lettera  da un’associazione che dice di avere al suo interno dei lavoratori
dei  musei,  io  faccio  l’assessore,  sono  all’interno di un’istituzione,
ascolto  tutti,  leggo tutti però non è che mi posso mettere a rispondere a
un’associazione  che  mi  dice  che  all’interno ci sono dei lavoratori. E’
un’opinione  come  tante,  e io prendo atto che c’è questa opinione ma dico
anche  un’altra  cosa: ci sono degli iter che sono iter istituzionali. Noi
siamo un’istituzione, non è che possiamo fare un’associazione, non siamo un
club, non siamo un gruppo. Quindi non è che uno s’inventa una modalità e la
propone  a  prescindere  da quelle che sono le regole istituzionali, perché
non  esiste  il fatto che ci sia un gruppo che diventa responsabile e che a
turno   assume   l’incarico  perché  ci  sono  delle  firme  da  fare,  dei
provvedimenti  da  prendere.  I  casi  sono solamente due: o c’è un interim
all’interno di figure dirigenziali del Comune oppure c’è un avviso pubblico
per  individuare  una  figura.  Fine! Non è che si possono fare altre cose.
Quindi  stiam  parlando  di  nulla, come spesso accade in questa città, poi
capisco,  uno  scrive,  uno legge, uno fa, tutto lecito – io poi sono anche
felice  che  ci sia tutto questo dibattito – ma non è previsto il fatto che
viene dato un interim collettivo o di tre mesi in tre mesi cambia la figura
di  riferimento.  Non  è  previsto,  quindi  fine!  Non  si può fare. Stiam
parlando di nulla.

Siccome  i  casi  sono due, noi andiamo su queste due casistiche, non è che
andiamo  su altre cose: stiamo facendo una selezione interna, abbiamo avuto
una  lettera  da parte del consiglio di amministrazione, il quale invece ha
voce  in capitolo che ci invita a proseguire in un’ottica di individuazione
di  una  figura  tramite avviso pubblico, quindi noi dobbiamo tenere contro
anche  di  ciò  che  il consiglio di amministrazione, secondo i regolamenti
dell’Istituzione   ci   indica,   non   è  un  obbligo  ma  va  giustamente
considerando, per cui stiamo andando in questa direzione.

La  questione  economica  è  un  pochino tirata per i capelli perché, fermo
restando  che  noi  abbiamo  rispetto  a  questa  figura dei costi che sono
competitivi  in  tutta  Italia,  non  credo  che  sia  questo  il tema e il
problema,  francamente  diventa un po’ fuorviante dire che siccome dobbiamo
risparmiare  dei  soldi,  evitiamo  di  avere  un responsabile, perché così
risparmiamo i soldi anche questa è un po’ tirata per i capelli.

Aggiungo  una  cosa,  la  figura  non  è  soltanto una figura che assume la
direzione dei Musei ma è la figura che assume la direzione dell’Istituzione
Musei   e   la   direzione   artistica  del  comparto  dei  musei  di  arte
contemporanea,  quindi  è una doppia figura. Noi stiamo cercando una figura
che  possa fare, esattamente come era e come è il dottor Maraniello, questo
tipo di ruolo.
Mi si permetta anche di aggiungere un’altra cosa: io capisco che ci possono
essere,  come  sempre accade, quando si fanno delle operazioni di riforma e
di  innovazione  di un sistema, delle resistenze. mi pare che le resistenze
all’interno  dei  Musei  e  dei  mondi  circostanti  in  questa città siano
particolarmente forti, noi andiamo avanti con l’innovazione. Andiamo avanti
con l’innovazione! Perché la situazione dei musei che abbiamo ereditato non
era  una  situazione meravigliosa, e devo dire che in questi anni dei passi
in   avanti   ne   abbiamo   fatti.  Quell’elemento  che  abbiamo  inserito
d’innovazione  è  un  elemento  che  ci  ha  permesso  di migliorare alcune
situazioni.  Poi, sulla base di un bilancio difficile, stiamo andando anche
nella  direzione, sia pure faticosamente, di innovare le strutture museali.
Ricordo   l’investimento   sul   Museo  archeologico  che  dovrebbe  essere
completato  in  tempo  per chiudere un’importante trattativa con Arthemisia
che  è  un  gruppo  importante nazionale per permetterci di fare una mostra
rilevante all’interno del Museo archeologico, una mostra di arte antica che
non significa che siccome abbiamo l’occasione di avere una nostra struttura
capace  nel nostro Paese di organizzazione di mostre che ci propone di fare
un  tipo  di intervento di questo genere, sapendo che nel Paese questo tipo
di  intervento,  una volt c’era Palazzo Grassi a Venezia, oggi non c’è più,
può  diventare  un elemento interessante della nostra città. Dire che si ha
l’indirizzo sul contemporaneo non vuol dire che si fa solo il contemporaneo
e non si fa altro, ma siamo a Bologna, noi facciamo tutto, noi cerchiamo di
fare  tutto.  Poi  se  un  giornale  titola  “Dal  contemporaneo  si  passa
all’antico”  non  so  che  farci, ne prendo atto e seguo il dibattito, come
sempre  inutile,  perché  sono parole che non corrispondono ai fatti e alla
realtà dei fatti.

Chiudo  ricordando,  a  dimostrazione  che il lavoro che abbiamo fatto è un
lavoro  importante,  che l’altro giorno è stata aperta a Palazzo Albergati,
una  mostra  importante  di  arte contemporanea del ‘900 dove Arthemisia ha
deciso  di  investire  a  Bologna,  se  vengono a investire a Bologna non è
perché  gli  piacciono  la  città  e  le  due  torri:  è  perché  vedono la
possibilità  concreta  di  fare un lavoro positivo all’interno della nostra
città.  Questa  è  l’ulteriore  dimostrazione  che il lavoro, che non è mai
finito  e  che deve proseguire, è stato un lavoro positivo perché in queste
epoche  trovare  dei  soggetti  che investano dei loro soldi sulle attività
culturali è molto difficile e credo che sia una notizia da accogliere molto
positivamente”