STRAGE NELLA SEDE DI CHARLIE HEBDO, L’INTERVENTO DEL SINDACO VIRGINIO MEROLA

Di seguito l’intervento tenuto dal Sindaco di Bologna, Virginio Merola, nel
corso della cerimonia in ricordo delle vittime dell’attentato alla sede del
giornale francese Charlie Hebdo.

“Oggi  esprimiamo  in  modo  sentito il nostro cordoglio per le vittime, la
nostra  vicinanza,  la  nostra  amicizia  e solidarietà al popolo francese.
Forti  sono  i  legami  della  nostra  città,  testimoniati  dalla presenza
dell’Alliance  Francaise a Bologna e oggi li vogliamo rinnovare assieme con
decisione  e  gratitudine.  I  valori  della  Repubblica  francese, libertè
egalitè  fraternitè,  sono  i  valori  fondanti  nei  quali  oggi  tutti ci
riconosciamo  e che vogliamo richiamare perché sono i valori fondanti della
nostra  Comunità  Europea  e  del  nostro Paese. Sono valori universali dai
quali  discendono  la  libertà  di  stampa,  di  opinione,  di  satira e di
religione.  Credo che il nostro primo impegno debba, essere oltre quello di
collaborare  tutti  e che gli assassini siano al più presto consegnati alla
giustizia,  di  dirci  con  fermezza  alcune  cose.  Noi  dobbiamo  reagire
innanzitutto  rinsaldando  l’unità  attorno a questi valori e lavorando per
allargarli.   Valori  democratici  che  sono  il  fondamento  della  nostra
convivenza  civile  europea  e  che  sono  i  valori  fondanti della nostra
comunità bolognese.

A  chi  vuole  uccidere  la  democrazia  noi  dobbiamo  rispondere  con più
democrazia. La democrazia si difende con la democrazia. Abbiamo istituzioni
democratiche,  un  ordine  pubblico  democratico, è necessario applicare la
giusta  severità  con  questi  assassini e chiunque cerchi di giustificarne
l’operato.   Allo  stesso  tempo  dobbiamo  sapere  che  l’ordine  pubblico
democratico si basa su una chiara prospettiva di rinsaldare e rafforzare un
ordine umano. Contro la disumanità e la crudeltà del terrorismo severa deve
essere la nostra reazione, senza nessuna attenuante ma forte deve essere la
nostra determinazione in questi momenti e sapere dire ai nostri cittadini e
alla  nostra  comunità  che  non  è in discussione la democrazia, ma che la
democrazia  deve essere allargata affinché si diano risposte di tolleranza,
convivenza  e  di  politica  per  il bene comune. Lo dobbiamo fare con atti
simbolici  che insieme sono molto concreti, per questo voglio ricordare che
noi  inaugureremo nella nuova grande stazione di Bologna il memoriale della
Shoah,  per questo voglio esprimere la mia riconoscenza a tutte le comunità
religiose   oggi  presenti  per  dire  che  va  rinnovato  il  ruolo  delle
istituzioni  per  favorire  questo  incontro  e questo dialogo fra tutte le
religioni  che  hanno  a  fondamento il valore della vita umana, e qui oggi
sono tutte rappresentate. Per questo dobbiamo sapere dire che l’Islam non è
il nemico, dobbiamo sapere dire che il terrorismo e il fondamentalismo è la
negazione  della  libertà  religiosa  e della democrazia. E dobbiamo sapere
favorire questo terreno di incontro e di dialogo.

Dobbiamo lavorare affinché, come sta reagendo la Repubblica francese, tutte
le  nostre  città  si  diano  l’obiettivo di mantenere ed essere sempre più
città aperte, luoghi di incontro, di dialogo, di confronto, di convivenza e
di  costituzione  di  una prospettiva comune. Bologna ha le caratteristiche
per  essere  città  aperta, per le grandi relazioni internazionali che ha e
che  dobbiamo  alle  nostre  imprese,  alle nostre capacità commerciali, al
nostro  mondo  del  lavoro,  alla  nostra  Università  e  al nostro sistema
regionale. Il nostro impegno è dire che lavoreremo per rafforzarla, non per
attenuarla.  E lavoreremo perché sempre più la nostra capacità di incontro,
attraverso queste diverse relazioni, sia rafforzata e moltiplicata. Assieme
noi  dobbiamo  sapere  dire ai nostri cittadini che questa vicenda dimostra
che abbiamo bisogno di una prospettiva nuova, che questa città ha praticato
nel suo migliore passato: cittadini si sceglie di esserlo. A un certo punto
ognuno  di  noi,  nelle  fasi difficili, deve decidere di tornare ad essere
cittadino.  Non  si  è  cittadini  per  nascita, per suolo, è il momento di
recuperare  la  nostra tradizione migliore, si deve scegliere di tornare ad
essere  cittadini  per  condividere  un’identità civica comune, un progetto
comune a partire dai nostri giovani, dai giovani di diverse nazionalità che
condividono  la  nostra  città  ai  quali  dobbiamo  sapere  riconoscere la
possibilità di un progetto comune e di una cittadinanza comune come ritiene
la tradizione migliore del nostro diritto europeo. Diritti e doveri. Essere
cittadini significa sapere assumersi dei doveri e su questi sarà necessaria
la  nostra  attenzione  e,  se necessaria, severità. Credo che insieme alle
nostre  istituzioni  repubblicane  oggi  come  città  di  Bologna  dobbiamo
assumere  questo  impegno.  La satira non si uccide, la libertà di pensiero
non  si  uccide, la libertà di religione non si uccide e la nostra risposta
sarà:  migliorare  la  nostra democrazia e la nostra capacità di convivenza
urbana  sapendo  che  questi  assassini  saranno consegnati alla giustizia,
avranno la giusta repressione che meritano, applicheremo con severità tutte
le  leggi  che la Francia ci ha insegnato ad avere come tradizione europea.
Non  applicheremo la pena di morte, perché noi siamo una civiltà con valori
universali ma continueremo sulla strada di allargare la nostra democrazia e
la nostra capacità di convivenza urbana”.