7 minuti all’Arena del Sole in prima assoluta

arenadelsoleEmilia Romagna Teatro Fondazione Teatro Stabile dell’Umbria Teatro Stabile del Veneto
presentano
7 MINUTI
di Stefano Massini
uno spettacolo di Alessandro Gassmann con Ottavia Piccolo
in prima assoluta all’Arena del Sole di Bologna giovedì 20 novembre ( fino al 23 novembre)

Tre Teatri, fortemente radicati nei loro territori e, al contempo, incisivamente presenti da anni nei teatri italiani, si sono uniti per sostenere la produzione dello spettacolo di Alessandro Gassmann che mette in scena undici attrici per gli undici personaggi di 7 MINUTI di Stefano Massini. Al centro della vicenda undici personaggi che compongono il Consiglio di Fabbrica: Ottavia Piccolo Bianca, operaia specializzata portavoce delle altre, accanto a lei, in ordine di apparizione, Eleonora Bolla Sabina, operaia al reparto tinte – “se potessi morderei il mondo”, Paola Di Meglio Olivia, operaia da 30 anni al reparto cardatura – sigarette e pensieri, Silvia Piovan Arianna, operaia al reparto cardatura – “il mio lavoro è tutto”, Balkissa Maiga Fatou, operaia specializzata – la paura vera, Cecilia Di Giuli Rachele, operaia ai telai – forti braccia tatuate, Olga Rossi Aneta 34 anni, impiegata – “io non scappo”, Stefania Ugomari Di Blas Mirella, operaia ai telai -tante paure, Arianna Ancarani Lorena, operaia al reparto tinte – la partecipazione, Stella Piccioni Sevgi, operaia al reparto filati – “non chiedermi nulla”, Vittoria Corallo Sofia, impiegata – la concretezza dei numeri.

7 MINUTI sarà in libreria a gennaio 2015, per Einaudi. È l’ultimo testo scritto da Massini (Premio Ubu Speciale 2013 “per il complesso della sua drammaturgia.”.) e, al momento, è inedito e mai rappresentato, mentre altri suoi testi sono attualmente in cartellone in molti Paesi europei, con teniture anche di più di un anno, come nel caso di L’odore assordante del bianco, tuttora in scena al Teatro Nazionale di Praga dove aveva debuttato a maggio 2013.

Gassmann ha chiesto a Gianluca Amodio, lo scenografo, e a Lauretta Salvagnin, la costumista, un’ambientazione realistica: l’azione si svolge nello spogliatoio della fabbrica, un tavolo, sedie scompagnate, lungo le pareti gli armadietti delle dipendenti, che sopra agli abiti di tutti i giorni portano i grembiuli da lavoro. Marco Palmieri ha disegnato luci che descrivono il passare del tempo. Il tema musicale originale e gli ambienti sono di Pivio&Aldo De Scalzi. Le videografie di Marco Schiavoni evocano gli esterni della fabbrica e, a tratti, danno forma ai pensieri e alle emozioni taciute dei personaggi. Emanuele Maria Basso è il collaboratore alla regia.

Lo spettacolo, dopo il periodo dedicato alle prove e all’allestimento nel Teatro Comunale di Narni, debutta in prima assoluta giovedì 20 novembre, ore 21, all’Arena del Sole di Bologna, che inaugura così la prima Stagione teatrale sotto l’egida dell’Emilia Romagna Teatro. Le recite bolognesi si concluderanno la domenica seguente, quando prenderà il via la tournée che per questa Stagione teatrale si concluderà il 30 marzo 2015.

Nelle mani di Ottavia Piccolo e in quelle delle sue comprimarie la responsabilità di dare vita a queste donne, nostre contemporanee, che formano il Consiglio di Fabbrica al centro dell’azione in questo testo. Undici donne in balia della paura di perdere il lavoro, costrette ad uno sforzo eroico di raziocinio per non cedere alla legge della necessità che la Dirigenza della loro fabbrica tenta di usare come strumento di un tacito ricatto, per offuscare la loro dignità e indebolire i diritti acquisiti.
Questo il nucleo quanto mai attuale di 7 MINUTI, la cui vicenda ispirata a una storia vera sembra aver esercitato un eguale potere sia su Stefano Massini, sia su Alessandro Gassmann, a giudicare dalle prime righe delle loro note.

Ecco come esordisce l’autore:
“Ci sono storie che ti vengono a cercare. Sembra che facciano davvero di tutto per essere raccontate, per essere scritte. Una di queste ha raggiunto e conquistato me, ed ha a che fare con le operaie tessili di Yssingeaux, nell’Alta Loira. Il fatto di cronaca risale al gennaio 2012, e ha riempito i giornali d’Oltralpe: d’altra parte poteva passare inosservato quel braccio di ferro così spietato fra le dipendenti – tutte donne – di uno dei massimi colossi industriali francesi e i nuovi dirigenti subentrati al controllo? […]”.

E così il regista:
“7 MINUTI di Stefano Massini, basato su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese è, in questo passaggio storico, il testo che andavo cercando. Parliamo di lavoro, di donne, di diritti, lo faremo dando voce ed anima a undici protagoniste operaie che ci permetteranno di raccontare con le loro diverse personalità̀, le paure per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, le rabbie inconsulte che situazioni di precarietà̀ lavorative possono scatenare […]”.

La questione del lavoro nella sua radicalità domina il nostro presente e ha spinto Massini a scrivere questo documento lucido e essenziale, che Gassmann ha voluto mettere in scena, creando uno spettacolo di forte tensione morale e di sentita partecipazione.
Ottavia Piccolo, ancora una volta al centro di un lavoro di Massini con il quale collabora da più di dieci anni, ha affrontato come sempre con appassionata adesione il suo personaggio, trovando in Gassmann, che incontra per la prima volta, la condivisione di un’intesa artistica ed etica.

Note Di Regia

“7 minuti” di Stefano Massini, basato su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese è, in questo passaggio storico, il testo che andavo cercando. Parliamo di lavoro, di donne, di diritti, lo faremo dando voce ed anima a undici protagoniste operaie che ci permetteranno di raccontare con le loro diverse personalità̀, le paure per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, le rabbie inconsulte che situazioni di precarietà̀ lavorative possono scatenare, le angosce che il mondo del lavoro dipendente vive in questo momento. Il linguaggio di Massini è vero, asciutto, credibile, coinvolgente, molto attento e preciso nel descrivere i rapporti ed i percorsi di vita di undici donne, madri, figlie, tutte appunto diverse tra loro, ma capaci di raccontarci una umanità̀ che tenta disperatamente di reagire all’incertezza del futuro. Ottavia Piccolo, Bianca, rappresenterà̀, tra questi undici caratteri, la possibilità̀ di resistenza, il tentativo di far prevalere nel caos la logica, la giustizia, una sorta di “madre coraggiosa” che tenta di indicare una via alternativa. Il disegno registico, come mia abitudine, si concentrerà̀ sul tentativo di dare verità̀ a queste anime, descrivendone, in una scenografia iperrealista, tutte le diversità̀, emozioni, incomprensioni, tentando, come sempre, di amplificare le emozioni già̀ presenti nel testo. Il teatro può davvero essere luogo di denuncia senza mai rinunciare alla produzione di emozioni, questo ho fatto finora e continuerò̀ a fare con “7 minuti”.

“Ad Angelo M.”
Alessandro Gassmann

Note dell’autore
7 MINUTI
(Consiglio di Fabbrica)

“questo testo teatrale è ispirato a una storia vera”

Nel 1954, negli Stati Uniti, Reginald Rose metteva il proverbiale dito nella piaga della società americana scrivendo per Studio One “Twelve angry men”. A distanza di 60 anni, credo che qui, in Europa, in piena crisi economica, il dito nella piaga possa e debba riguardare il mondo del lavoro. Di più: l’etica stessa del lavoro.
L’arrabbiatura di Rose oggi infiamma ben altri scenari. Forse un consiglio di fabbrica.
Forse undici operaie intorno a un contratto da rinnovare.

Ci sono storie che ti vengono a cercare. Sembra che facciano davvero di tutto per essere raccontate, per essere scritte. Una di queste ha raggiunto e conquistato me, ed ha a che fare con le operaie tessili di Yssingeaux, nell’Alta Loira. Il fatto di cronaca risale al gennaio 2012, e ha riempito i giornali d’Oltralpe: d’altra parte poteva passare inosservato quel braccio di ferro così spietato fra le dipendenti – tutte donne – di uno dei massimi colossi industriali francesi e i nuovi dirigenti subentrati al controllo? La storia delle operaie di Yssingeaux mi ha dato la caccia per vari mesi. Non potevo aprire un quotidiano o cliccare su una web-page senza trovarmi di nuovo davanti quei visi femminili, assortiti di ogni età̀, impegnate in una difesa epica – antica eppure modernissima – della propria dignità̀ di lavoratrici. Ma in quale modo raccontare in teatro tutto questo? Il pretesto me l’ha fornito, come sempre, non il filone principale bensì̀ uno dei tanti aneddoti di cui è costellata la drammatica trattativa di quei giorni: la lunga riunione del consiglio di fabbrica che doveva decidere se accettare o meno una rinuncia ai propri diritti acquisiti. Su quella riunione ho costruito tutto. E con grande passione, perché́ mi sembrava straordinario ritrarre in scena il mosaico estremo di quel conclave tutto di donne, chiamate a votare “sì o no” non solo alla propria sorte, ma anche a quella di chissà̀ quante altre fabbriche nell’Europa della grande crisi. Come in tante occasioni – di cui la Storia è piena – si ha davvero la sensazione che nel piccolo di quella riunione a Yssingeaux si sia realizzato il modello in miniatura del più tremendo dramma del nostro tempo: il dibattito fra quelle undici donne, diversissime, è in fondo il sismografo di un inizio secolo iper-contraddittorio in cui la bussola del lavoro sbanda impazzita, tirando nel vortice la stessa identità̀ del cittadino europeo moderno. Ecco perché́ ho ceduto alla pressante preghiera di quelle donne, che dalle foto dei giornali mi chiedevano di essere raccontate: la loro storia è una radiografia del presente, in ognuna di loro – nelle storie di ognuna di loro – c’è il paradigma di qualcosa che ci riguarda, ci tocca, e merita di comporre il mosaico di una narrazione contemporanea. E se nell’immediato dopoguerra, Reginald Rose utilizzò l’espediente geniale di una composita giuria per scandagliare i fondali limacciosi della società̀ americana, io sono convinto che un consiglio di fabbrica possa quanto mai servire, oggi, per indagare i movimenti tellurici dell’Europa dilaniata dagli spread.
Stefano Massini

20 – 23 novembre, Arena del Sole, sala Leo de Berardinis
giovedì 20 e venerdì 21 novembre ore 21
sabato 22 novembre ore 19.30
domenica 23 novembre ore 16
prima assoluta
Info e biglietteria: 051.2910910 – www.arenadelsole.it – www.emiliaromagnateatro.com

Emilia Romagna Teatro Fondazione | Teatro Stabile dell’Umbria | Teatro Stabile del Veneto
7 minuti
di Stefano Massini
uno spettacolo di Alessandro Gassmann
con Ottavia Piccolo

e con, in ordine di apparizione:
Eleonora Bolla, Paola Di Meglio, Silvia Piovan, Balkissa Maiga, Cecilia Di Giuli,
Olga Rossi, Stefania Ugomari Di Blas, Arianna Ancarani, Stella Piccioni, Vittoria Corallo

scenografia di Gianluca Amodio
costumi di Lauretta Salvagnin
disegno luci Marco Palmieri
musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
videografie di Marco Schiavoni
collaborazione alla regia Emanuele Maria Basso

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• Nell’ambito del ciclo Conversando di Teatro
Sabato 22 novembre, ore 16, Salaborsa
incontro con Ottavia Piccolo e le attrici della compagnia
conduce Agnese Doria/Altre Velocità
partecipano: Avv.ssa Stefania Mangione, esperta in diritto del lavoro
e gli studenti che aderiscono al progetto “Teatro in Classe”

dal 19 al 23 novembre, Galleria Espositiva dell’Arena del Sole.
Lasciatele lavorare. Donne nel mondo del lavoro.
Mostra fotografica itinerante di Sara Colombazzi, a cura di Gianna Solmi.