Al Duse L’impresario delle Smirne di Goldoni

smirne2_testataDal 6 all’8 dicembre, al Teatro Duse va in scena la commedia di Goldoni L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE, adattamento e regia di Roberto Valerio con Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Antonino Iuorio, Nicola Rignanese, Massimo Grigò, Federica Bern, Alessandro Federico, Roberta Mattei, Peter Weyel
La commedia, composta nel 1759, fotografa con arguta ironia l’ambiente del teatro: la vicenda vede protagonisti un gruppo di attori che con le loro smanie, presunzioni e invidie vivono per poco l’illusione della ricchezza.
E’ un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro, ambiente che Goldoni conosce a fondo potendo “parlarne per fondamento”, come egli stesso dichiara nella prefazione dell’opera.
La vicenda, ruota attorno ad un gruppo di attori, uomini e donne, tutti pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione di ricchezza e celebrità nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera.
Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un sapore grottesco di attualità. Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico, di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga l’uno più alta dell’altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha, per la sua posizione o per il suo denaro.
L’impresario delle Smirne è un grande affresco, una cantata corale affidata all’insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela incisivo, necessario in un “divertissement d’ensemble” che restituisce il clima lezioso e libertino dell’epoca, ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità: che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste all’interno di questa Arte, l’attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie?