La stagione di Pubblico. Il teatro di Casalecchio

17 gennaio

MALAPOLVERE
veleni e antidoti per l’invisibile
un progetto di Laura Curino, Lucio Diana, Alessandro Bigatti, Elisa Zanino
con Laura Curino
liberamente ispirato a Mala polvere di Silvana Mossano (Ed. Sonda, 2010)
scene e costumi Lucio Diana
Produzione Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Associazione culturale Muse

Lo spettacolo è un canto per quegli uomini e quelle donne che si sono immolate sull’altare di una tragedia del lavoro che ha colpito Casale Monferrato, città nella quale l’Eternit, da anni, non cessa di uccidere persone. “Quella che voglio raccontare – spiega l’attrice e – è la storia di due opposte energie, una malefica e una salvifica, una storia di rabbia ma anche d’amore, un sacrificio importante che potrebbe essere non solo la fine di una storia terribile, ma anche il capitolo iniziale di una storia virtuosa”. Lo spettacolo è infatti, una metafora molto calzante di tutto ciò che è invisibile ma avvelena e non a caso fa parlare gli oggetti e nonle persone. É uno spettacolo sugli antidoti; sollecita a restare svegli e attenti, in ozio, anziché impegnati nei propri commerci. Un ozio vigile, come quello che si pratica in teatro, in cui si ascolta una storia e la si condivide.

8 e 9 febbraio
IFIGENIA IN AULIDE
di Euripide
regia Marco Plini
con Giulia Angeloni, Giusto Cucchiarini, Roberta De Stefano, Ivano La Rosa, Giancarlo
Latina, Luca Mammoli, Silvia Pernarella, Emilia Scarpati
aiuto regista Thea Dellavalle
assistente alla regia in stage Maria Vittoria Bellingeri
Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

Dopo l’ottima prova di Freddo, il drammatico testo di Lars Norén, Marco Plini si confronta con una nuova prova di regia nell’ambito di un progetto di formazione/produzione di Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Per questo nuovo progetto il regista ha scelto come punto di partenza l’Ifigenia in Aulide di Euripide in una sorta di viaggio attraverso i miti fondanti della civiltà occidentale fino al confronto con la contemporaneità. La vicenda di Ifigenia, giovane donna attirata sull’altare del sacrificio con la promessa ingannevole delle nozze, è simbolo dell’insensata violenza che permea ogni conflitto, della capacità di manipolazione su cui si fonda il potere, della crudeltà che si può consumare ovunque, anche all’interno di una famiglia.

20 e 21 febbraio
LA VEDUTA DI DELFT
Conferenza /spettacolo di François Kahn
Su “L’arte della pittura” di JanVermeer e “La morte di Bergotte” di Marcel Proust

Lo spettatore, guidato attraverso le scene luminose di JanVermeer, scivola progressivamente nel mondo di
Marcel Proust che, mentre stava correggendo le bozze di stampa degli ultimi volumi di “Alla ricerca del tempo perduto”, cambia un episodio fondamentale del suo romanzo, la morte di Bergotte, facendomorire il vecchio scrittore, incarnazione dell’Artista, davanti al quadro “La veduta di Delft”. François Kahn indaga questo episodio della Recherche allargando lo sguardo al gesto dell’artista, capace di scorgere sotto la materia, sotto l’esperienza, sotto le parole qualcosa didifferente. Una conferenza spettacolo che acquista densità fino a configurare un paesaggio interiore in cui l’emozione scenica diventa intima percezione della propria esperienza del tempo,della morte e della sua possibile trasfigurazione.
Fuori abbonamento (prenotazione obbligatoria)

3 marzo
UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO
Di Tennessee Williams
Traduzione Masolino D’Amico
Regia di Antonio Latella
Con Laura Marinoni, Vinicio Marchioni, Elisabetta Valgoi, Giuseppe Lanino, Annibale Pavone, Rosario Tedesco
Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Stabile di Catania

Premio Hystrio alla regia ad Antonio Latella,
Premio Hystrio all’interpretazione e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista a Laura Marinoni
Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice non protagonista a ElisabettaValgoi

Ambientato nella New Orleans degli anni 40, Un tram che si chiama desiderioha per protagonisti Stanley e Stella, una coppia il cui equilibrio viene messo a rischio da Blanche, la sorella di lei. Un testo ‘culto’ di Tennessee Williams, ormai identificato con la rude giovinezza di Marlon Brando reinterpretato da Antonio Latella che fa rivivere a Blanche l’intera vicenda a ritroso, come in una seduta di analisi. Gli spettatori vedranno l’intero dramma accadere nella testa di Blanche, in una dimensione meno realistica e quindi più contemporanea. Latella si confronta con ironia con l’interpretazione storica di Brando: fa indossare al suo Stanley magliette con il volto del divo hollywoodiano, circonda la fragile Blanche di musiche rock, con uno sguardo più simile a Lars Von Trier che non a Tennessee Williams.

11 e 12 marzo
ORA NON HAI PIÚ PAURA
Seconda parte della Trilogia della gioia regia, scene, luci e costumi Cesare Ronconi
Collaborazione drammaturgica Mariangela Gualtieri
Direzione del progetto Enrico Malatesta
Ricerca sonora e suono dal vivo Attila Faravelli, Luciano Maggiore, Enrico Malatesta
In scena Silvia Mai, Chiara Orefice, Sveva Sconamiglio
Produzione Teatro Valdoca in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena
Con il sostegno di Comune di Cesena/Emilia Romagna Teatro Fondazione

Tre performer e tre musicisti dal vivo costruiscono in scena un tessuto di relazioni umane sul tema del sentimento e del suo contrario: “il contrario di paura”, chiarisce il regista, “è infatti amore”. Partendo dal silenzio come condizione di base, il lavoro dei musicisti crea spazi sonori che rendono la scena abitata e poliritmica. Il rapporto tra fonti acustiche ed elettroniche e relative possibilità di diffusione consente di comporre la scena in un’azione di rimando e contrasto tra l’attività dei suoni e quella dei corpi. 
Le parole, poche e rare, sono filigrane dei corpi, piccole nenie, canzoni infantili.
“Il lavoro”, dice il regista, “fuori dalla dualità bello-brutto, bene-male prende forma senza pretendere risposte. Non è infatti razionale la struttura dell’opera, ma profondamente legata al mistero del silenzio e del pianto che ci portiamo dentro come un destino.”

21 e 22 marzo
ROSSO
DI John Logan
Regia di Francesco Frongia
Con Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña
Produzione Teatro dell’Elfo

Rosso, inedito in Italia, negli Stati Uniti è stato un caso. Premiato con sei Tony Award nel 2010, ha decretato il successo del suo autore, drammaturgo nonché sceneggiatore al fianco dei più importanti registi americani: da Scorsese (The Aviator e Hugo Cabret) a Tim Burton (Sweeney Todd) fino a Spielberg, per cui ha scritto Lincoln con Tony Kushner. Il testo s’ispira alla biografia del pittore americano Mark Rothko, maestro dell’espressionismo astratto, che alla fine degli anni Cinquanta ottenne la più importante commissione della storia dell’arte moderna, una serie di dipinti murali per il ristorante Four Season di New York. Ne emerge il ritratto di un uomo ambizioso, egocentrico e vulnerabile, uno dei più grandi artisti-filosofi del ‘900, per il quale la pittura è quasi interamente pensiero, ma che permette a Ferdinando Bruni di realizzare una prova d’attore a 360 gradi, in cui il gesto pittorico e quello teatrale si completano e confondono.

27 marzo
LEONILDE
di Sergio Claudio Perroni
tratto dall’omonimo testo edito da Bompiani
regia Roberto Andò
con Michela Cescon
produzione Teatro Stabile di Catania

“Sono cresciuta in fretta, io. Neanche il tempo di essere ragazza, ed ero già donna. Cresciuta in fretta, troppo in fretta. “Come tutte le belle figliole”, diceva mio padre. Ma in realtà la bellezza non c’entrava. C’entrava la fame.La fame fa crescere in fretta. Belli e brutti, figliole e figlioli.
Se non li ammazza prima”. Si apre così Leonilde, monologo di Sergio C. Perroni su Nilde Iotti, una donna la cui vita testimonia gran parte della storia dell’Italia moderna. Ma Leonilde è soprattutto la storia di una donna determinata e tenace, per quasi vent’anni compagna “scomoda” di Palmiro Togliatti; una grande donna italiana che, in un’Italia ancora troppo bigotta per accettare la sua relazione con un uomo sposato, antepone i sentimenti alla ragione e difende coraggiosamente il valore delle proprie scelte.

9 APRILE
OPEN DAY
di Walter Fontana
Regia di Ruggero Cara
con Angela Finocchiaro e Michele Di Mauro
Produzione A.gi.di.

Separati da tempo, mediamente tritati dalla vita, entrambi sui cinquanta: una madre e un padre si ritrovano faccia a faccia in un giorno importante: iscrivere la figlia quattordicenne alla scuola media superiore. Sembra facile, ma non lo è. Un semplice modulo da compilare diventa per i due ex-coniugi un interrogatorio insidioso, che li spinge a ripercorrere la loro vita, in un crescendo di sottile follia. Tra litigi interrotti da anni, discorsi intorno a una figlia che non si vede mai, ma è al centro di tutto, licei chic con presidi analfabeti e incursioni mentali nella Grecia del IV secolo a. C., si intrecciano tensioni, speranze e qualche sorpresa:perchè il passato non è sempre come te lo ricordi e il futuro non è mai come te lo immagini.

11 APRILE
L’INATTESO
di Fabrice Melquiot
ideato e interpretato
da Anna Amadori
musica in scena Guido Sodo chitarra, voce, live electronics
disegno e cura dello spazio Eva Geatti
cura e produzione Elena di Gioia
Traduzione a cura degli studenti del modulo di Traduzione editoriale I (lingua francese) della laurea magistrale in Traduzione specializzata presso la SSLMIT dell’Università di Bologna, sede di Forlì

Lungo addio in versi, L’inatteso ha l’andamento di un melodramma: Liane parla al suo uomo scomparso, inghiottito da un fiume in una guerra indefinita. Le sue parole sono azione, corpo a corpo con la mancanza, ribellione alla scomparsa di un amore, resa alla forza del mondo e del tempo, e la sua storia affiora in un gioco della memoria dove, quasi un fantasy, il viaggio è segnato da bottiglie colorate, lampade magiche dei ricordi. La musica in scena è la forma che contiene l’erompere di Liane ed è la sua Eco, il controcanto delle parole, la seconda voce. Il ‘deposito della carta’, dove i residui sono portati a un grado zero per assumere nuove forme, è il “luogo” de L’inatteso, un regno di carta dove Liane è Regina in un dramma barocco contemporaneo.
Fuori abbonamento

18 e 19 aprile
OPERE DI OMISSIONE
Di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni
produzione quotidiana.com, Operaestate Festival, Teatro Fondamenta Nuove
con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione

Gli interrogativi su cui viene declinato uno sconcerto esistenziale, in Opere di omissione convergono su un unico obiettivo, genericamente indicato con il termine mafia. Non sul fenomeno mafioso in quanto tale, ma sulle alleanze che questa ha saputo tessere fin dalle sue origini con lassisti organi delle istituzioni, che a volte non solo non hanno impedito il compiersi di crimini e stragi ma ne sono stati spesso i suggeritori e i protettori. Come cittadini costretti a investigare per essere strappati dalla brutalità della disinformazione, i Quotidiana.com cercano le tracce della storia occultata inabissandosi nel vortice delle testimonianze, ricostruzioni, prove, muovendosi, senza troppa cautela, nel campo minato dei dogmi indiscussi, dei sissignore e dei sarà fatto, dei mi pento e mi dolgo e dei sia fatta la tua volontà.

9- 10 MAGGIO
GIÚ
Di Spiro Scimone
Con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gainluca Casale, Salvatore Arena
scena Lino Fiorito
disegno luci Beatrice Ficalbi
regista assistente Roberto Bonaventura
direttore tecnico Santo Pinizzotto
Regia Francesco Sframeli
Produzione Compagnia ScimoneSframeli, Festival delle Colline Torinesi, ThéâtreGaronneTouluse

“Giù” è un invito indignato a rompere il silenzio per dare voce agli altri… E’ un urlo contro il marciume della nostra società che umilia la dignità e la libertà dell’individuo. In un’atmosfera surreale, dove il dramma è in continuo equilibrio con la comicità, il Figlio, una mattina, sotto gli occhi del Papà, sbuca fuori dal cesso per manifestargli il proprio malessere contro un mondo sempre più saturo di egoismo e d’indifferenza. Il Papà, vedendo il proprio figlio nel cesso e scosso dalle sue parole, cerca in tutti i modi di tirarlo fuori.
Ma, nel cesso, non c’è solo il Figlio da tirare fuori… Nel cesso, da tirare fuori, c’è anche Don Carlo, un prete scomodo, che è finito giù, perché su non vuole più stare comodo. Giù è finito il Sagrestano che dopo tanti anni di soprusi e violenze, stanco di subire, trova nel cesso la forza e il coraggio di ribellarsi. Giù c’è anche il povero cristo di Ugo che preferisce cantare sotto un ponte per non perdere la dignità…per non vendere la propria dignità. Ma giù ci sono ancora tante persone che, per difendere i valori umani e lottare contro il male che avanza, aspettano il loro turno per tornare su

16 e 17 MAGGIO
QUESTA COSA VIVENTE DETTA GUIDOGOZZANO
uno studio di e con Flavio Ambrosini e Renato Palazzi
regia Flavio Ambrosini
produzione Teatro Gioco Vita

Partendo da due testi, La cocotte e La culla vuota, l’ultima sua opera prima della morte questo “studio” vuole esplorare la figura e lo stratificato universo culturale di un poeta ben noto e all’apparenza popolarissimo, ma forse per certi aspetti ancora tutto da riscoprire. Dietro il cantore delle «buone cose di pessimo gusto», dietro la maschera del dandy intellettuale, dell’«esteta gelido», lettore di Nietzsche e Schopenhauer, si cela infatti una personalità complessa, tormentata, sensibile alle suggestioni del simbolismo europeo, piena di inquietudini, di contraddizioni, di pulsioni auto-distruttive, un artista per il quale il tema della rinuncia e del distacco dalla vita non è solo una cifra estetica, ma un’acre condizione esistenziale.
Fuori abbonamento (prenotazione obbligatoria)

24 -25 MAGGIO
A PUERTA CERRADA
Da Jean- Paul Sartre
Con Maday Mendez, Josefina Pieres, Franz David Toro, Daniel Cabot
Regia e scene SergeNicolai
Produzione SergeNicolaï in collaborazione con Timbre 4
SPETTACOLO IN LINGUA SPAGNOLA, SOTTOTITOLATO

Tre personaggi si trovano, dopo la loro morte, nella stessa stanza: si tratta di Garcin, giornalista, Inès, impiegata alle poste e Estelle, una donna ricca e mondana. Jean Paul Sartre descrive in questo testo “il suo inferno”: i protagonisti si interrogano sulla dannazione, nascondono le loro miserie, si giustificano per ciò che di sbagliato hanno fatto in vita, fanno di tutto per non cadere e morire, loro che sono già morti. Lo sguardo dell’altro, in questo testo che intende parlare di libertà, diventa una sorta di coscienza parossistica e ansiogena, simile a quella, secondo la lettura di SergeNicolaï, a cui è sottoposta l’umanità contemporanea. Lo spettacolo è nato da una collaborazione tra la compagnia argentina Timbre 4, una delle realtà più interessanti nate durante la crisi realizzando spettacoli in appartamento, e Olivia Corsini e Jacques Lemetres del Theatre du Soleil.
Fuori abbonamento (prenotazione obbligatoria)

BIGLIETTI

PLATEA GALLERIA
intero € 20 intero € 18
ridotto € 18 ridotto € 16

Spettacoli fuori abbonamento con prenotazione obbligatoria
(La veduta di Delft, Questa cosa vivente chiamata Guidogozzano, A puerta cerrada) unico 10 €
Spettacolo fuori abbonamento
(L’inatteso) unico 10 €
Spettacolo nell’ambito di “Scena Solidale”
(Open day) unico 15 €

Carta Giovani e studenti universitari
Biglietto unico € 10 presentando alla cassa il tesserino universitario o la Carta Giovani

PREVENDITA BIGLIETTI
I biglietti per tutti gli spettacoli in cartellone saranno in vendita dal 17 dicembre.
Il diritto di prevendita è di € 1
ABBONAMENTI

PUBBLICO 9 TITOLI
platea galleria
intero € 130 unico € 120
ridotto € 110
coop € 100

ABBONAMENTO POLITICAMENTE SCORRETTO 4 TITOLI (Malapolvere, Opere di omissione, Leonilde, Giù)
unico € 60

CARNET 5 TITOLI A SCELTA TRA GLI SPETTACOLI IN ABBONAMENTO
Unico € 80

ABBONAMENTO FORMAZIONE TEATRO (10 SPETTACOLI)
Abbonamento destinato a 50 studenti iscritti al DMS, Università di Bologna e alla Scuola di Teatro di Bologna Galante Garrone. Dall’abbonamento sono esclusi gli spettacoli a prenotazione obbligatoria
Unico 60 €

CAMBIO TURNO
Unico € 1

RIDUZIONI ABBONAMENTI RIDOTTI: Fino a 29 anni e over 60
Le riduzioni non sono cumulabili.

VENDITA ABBONAMENTI
Prelazioni
Dal 26 novembre al 1 dicembre, la vendita è riservata agli abbonati della Stagione 2011/12 alle formule Pubblico 9 Titoli.
Cambio posto
Lunedì 3 dicembre dalle 15 alle 16 (o su appuntamento) la vendita è riservata agli abbonati alla formula Pubblico 9 Titoli della Stagione 2011/12 con diritto di prelazione che desiderano cambiare posto. Cambiando posto non si conserva alcun diritto su quello occupato nella stagione precedente
Nuovi abbonamenti Pubblico 9 titoli
Dal 3 al 7 dicembre
Abbonamento Politicamente Scorretto , Carnet e Formazione Teatro
Dal 10 al 15 dicembre

ORARI DI BIGLIETTERIA
Dal 26 novembre al 20 dicembre la biglietteria sarà aperta dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19
Dal 2 gennaio la biglietteria sarà aperta il martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 16 alle 19
Inizio spettacolo: ore 21
A spettacolo iniziato non sarà consentito l’accesso alla sala. La Direzione si riserva di apportare al programma modifiche che si rendessero necessarie per causa di forza maggiore

ATTENZIONE:
Il Teatro ha cambiato numeri di telefono. Qui di seguito i nuovi numeri:

Biglietteria 051.570977
Uffici  051.573557
Fax 051.590929

www.teatrocasalecchio.it

info@teatrocasalecchio.it