PROVE D’AUTUNNO Al VAG 61

Venerdì 1° ottobre, alle ore 21, a Vag 61, ritorna il Tinello del Vag.

Anche la Compagnia del Tinello, al suo “primo giorno di scuola”, deve fare i conti con i tagli della Gelmini e di Tremonti, con un bidello/maestro unico, con trasferimenti e chiusura di sedi. Quando si è nella merda, l’arte di arrangiarsi diventa una peculiarità dei migliori (della serie: dimmi cosa mangi e ti dirò come la fai. Forma, dimensioni, consistenza, colore denunciano lo stile di vita. Senza di lei non ci sarebbe terra fertile, quindi niente alberi, niente ossigeno… niente vita).

PER SOSTENERE LA RICERCA di nuovi talenti artistici e canterini, il Tinello si trasforma, per una sera, in
VAG- FACTOR
Un casting, unico e veramente democratico, in presa diretta,  fuori dal meccanismo “produci consuma e crepa” per arruolare attrici, attori, cantanti e strambi suonatori alla allegra Compagnia.


Non createvi illusioni, il palco non è per tutti: non basta essere “fisicati”, non bisogna “scavalcare la barricata” o “saltare la quaglia”, non ci servono sosia di Lady Tata(angelo) né di Lady Gaga. Potete anche essere aspiranti Noemi, o papponi similsilvio, ma “per fare certe cose ci vuole orecchio”… lo diceva sempre il grande Enzo Jannacci (Perché ci vuole orecchio/bisogna avere il pacco/immerso, intinto dentro al secchio,/bisogna averlo tutto,/anzi parecchio…)
Questo “casting” non vi porterà da nessuna parte, se non, un venerdì al mese, in via Paolo Fabbri.

“Ho sentito abbaiare un cane, ma non lo abbandonerò mai sul ciglio di una strada”. Ci sono tanti modi per essere stroncati, ma questa stroncatura fa molto meno male di una di quelle del New York Times. Venire stroncati al VAG è meglio che esere stroncati da un cocktail letale, piuttosto che da un arresto cardiaco o da una pallottola radente. Potrà sembrare di venire stroncati, dandosi la zappa sui piedi da soli… Ma chi se ne importa: il pubblico del VAG non ha la malizia del “volemose bene a tutti i costi”, però non è nemmeno pervaso dalla perfidia gratuita.

Tutto questo, avverrà in tre minuti, il tempo necessario per poter interpretare, dire, cantare o suonare qualcosa… il tempo massimo per lasciare ad altri lo spazio per fare altrettanto.

Ormai la politica (della casta) e lo spettacolo (scarso) sono interscambiabili, si tratta di una ciofega pazzesca che viene propinata all’interno di un parallelepipedo (sempre più piatto), ogni sera, alle donne e agli uomini dell’era post-industriale. Cinepanettoni, farciti con Grandi Fratelli, fiction di bocca buona, X Factor e “Amici di Maria” sono il menù che viene servito.
Un tempo, invece, gli uomini e le donne preindustriali lavoravano dove abitavano, mentre i bambini scorazzavano sull’aia… e, se una sera avevano voglia di uscire, andavano a vedere una “compagnia di giro”… perché allora la gente del popolo andava a teatro… a vedere gli spettacoli carnascialeschi (che erano un bel po’ meglio di “X Factor”).

Per chi ancora non lo sapesse
Il Tinello è uno spettacolo di cabaret ma non proprio, è teatro civile ma non proprio, è performance ma non proprio…
E’ comico… è tragico, è reale e surreale… è un modo per stare insieme ed affrontare cose che ci fanno pensare…
Alle ore 20 c’è una cena (non troppo impegnativa) che fa il verso al tema della serata…
C’è un piccolo palco e una scenografia accogliente…
Alle ore 21,30 si alza il sipario…
La Compagnia del Tinello più che un gruppo è una terapia di gruppo. E nella “terapia” è coinvolto anche il pubblico che è fatto di bella gente… che beve, che mangia, che ride, che si muove… e che si commuove.